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Vittorio Sgarbi e la multa in Svizzera: lite e accuse alla polizia

Dopo la sanzione continuano le polemiche

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Vittorio Sgarbi

Il consigliere di Stato svizzero e Vittorio Sgarbi continuano la battaglia a colpi di post sui social network

Vittorio Sgarbi è stato multato nei giorni scorsi per aver effettuato un sorpasso a lampeggianti accesi. Il critico d’arte si trovava in territorio svizzero, quando ha incontrato una coda di auto ferme. Per superarle, ha fatto partire il lampeggiante della sua auto blu, ma è stato segnalato e sanzionato. Da quel momento tra Vittorio Sgarbi e il responsabile della polizia ticinese è partita una bagarre che non sembra volersi arrestare.

Le parole di Norman Gobbi e la risposta di Sgarbi

“Le regole sono regole per tutti. Questa è la Svizzera, signor Sgarbi, dove i deputati non hanno auto blu e men che meno dotate di lampeggianti”, ha sottolineato Norman Gobbi, consigliere di Stato del Canton Ticino. La risposta di Vittorio Sgarbi non si è però certo fatta attendere: “Questo pittoresco personaggio è tale Norman Gobbi, consigliere di Stato in Svizzera. Nel suo Paese è stato accusato di razzismo e di coprire le simpatie per il nazismo di un appartenente alla polizia cantonale. Un tipo così, con una faccia così, e con le ambiguità che lo contraddistinguono diciamo che è l’ultima persona della Svizzera a poter fare o dare lezioni di moralità, rispetto delle regole e condotte civiche. Io non ho mai avuto un’auto blu. Ho sempre viaggiato con auto e autisti miei, pagati da me. Lo dico a Gobbi. E al povero bovino che gli sta accanto”.

“Auto blu? Dispositivi di sicurezza che non dipendono dalla volontà”

Il lungo messaggio è stato condiviso da Vittorio Sgarbi sui social network, insieme ad una foto di Gobbi accanto ad una mucca. Il critico d’arte ha poi specificato ancora: Anche in Italia i deputati non hanno auto blu e ‘lampeggianti prioritari’, ma alcuni magistrati o sindaci o altri rappresentanti, minacciati dalla mafia, hanno una tutela stabilita dal Ministero dell’Interno e conseguenti dispositivi di sicurezza, che non dipendono dalla loro volontà”.

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