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Vittoria Belvedere sul bullismo da bambina: “Perché ero meridionale”

Di cosa ha parlato l’attrice ed ex modella di recente

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Vittoria Belvedere bullismo

Vittoria Belvedere: le parole dell’attrice sul bullismo subito da bambina

Vittoria Belvedere ha parlato del bullismo subito quando era solo una bambina, a distanza di ormai diversi anni. L’attrice ed ex modella ha oggi 51 anni e dunque il passato è passato, eppure delle volte – se non elaborato – può risultare invadente.

L’attrice ed ex modella ha quindi preso la parola sul tema sopra descritto purtroppo sempre più attuale, forse per vederlo per la prima volta e provare a risolverlo. Comunicare un proprio dolore, infatti, delle volte può davvero essere il primo passo per elaborarlo.

“Avrò avuto 7 o 8 anni e ho subito vero e proprio razzismo”

Vittoria Belvedere in un’intervista per Il Corriere della Sera ha parlato di episodi di bullismo subiti da bambina. Queste le parole dell’attrice ed ex modella: “Avrò avuto 7 o 8 anni e ho subito vero e proprio razzismo, perché ero meridionale: una calabrese emigrata in Brianza. Nel palazzo dove abitavamo c’erano tutte famiglie brianzole e, se in cortile giocavo con gli altri bambini, le loro mamme li portavano via dicendo ‘non giocate con lei, è una terrona‘”.

Episodi sicuramente spiacevoli che però la famiglia di Vittoria ha saputo arginare sapientemente: “Mi è capitato più volte di sentirmi una terrona calabrese e, col passare degli anni, ho vissuto, come tanti altri ragazzi, episodi di bullismo“. Eppure: “Non mi sono mai sentita veramente messa in un angolo”. Questo è stato reso possibile dalla vicinanza della famiglia “molto solida alle spalle che mi proteggeva, dicendo di non dar retta alle malelingue“.

Non solo bullismo: anche tentativi di avances sul set

Vittoria Belvedere non ha solo parlato di bullismo ma anche di tentativi di avances ricevuti in un’età più avanzata quando ha cominciato a fare l’attrice. Queste ancora le parole dell’attrice a tal proposito: “La prima volta avevo 18 anni e lui intorno ai 70… Era apparentemente un gran signore. E mi fece intendere che, per fare carriera nel nostro mondo, occorreva avere qualcuno alle spalle su cui contare“.

Avevo già partecipato a un suo film e una sera, mentre mi accompagnava in hotel, azzardò delle avances… Io, elegantemente, lo respinsi, scesi dall’auto e non l’ho mai più chiamato“. Un’altra volta fu molto peggio, con un’altra persona: “Ci sedemmo sul divano e lui, con la scusa di porgermi il testo, mi è saltato letteralmente addosso (…) Non so come sono riuscita a respingerlo, a togliermelo di dosso”.

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