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Moda

Virtual influencer, futuro o deriva: non esistono, ma vivono sui social

Cogito ergo sum, la tipica frase che nessun virtual influencer potrà mai mettere come didascalia sotto ad un post su Instagram

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Chi sono i virtual influencer: persone che non esistono, ma che facciamo esistere

Quanto c’era di tragicamente visionario in quel Joaquin Phoenix calato nei panni di Theodore Twombly nel film Her? Troppo, forse più di quello che avremmo voluto immaginarci e tutta questa distopia galoppante inizia a fare male al pari di una piaga. A chi farà male questa volta l’intelligenza artificiale? Risposta: alle influencer. Il futuro si disvela e sembra che la battaglia social del domani vedrà le persone reali combattere contro vip social inesistenti ma capaci di sottrarre loro migliaia di follower.

Tempi duri per chi vuole essere in carne ed ossa

Non esistono, ma solo loro sembrano non saperlo perché tutto ciò che li circonda li rende reali. Parliamo dei virtual influencer. Hanno un volto, hanno un nome, hanno un profilo su uno o più social, argomentano e condividono contenuti, dettano in alcuni casi le mode e sono seguiti da migliaia di follower reali. Possono tutto fuorché una cosa: esistere davvero.

Quando parliamo di virtual influencer non parliamo infatti di persone fisiche ma di meri avatar che godono di una vita al di sopra delle loro stesse inesistenti aspettative o possibilità. Spopolano sui social personaggi di pura fantasia, “persone” non fisiche create da programmatori al computer che non solo delineano il loro volto a colpi di pixel ma che fanno battere il loro algoritmo come un cuore. Niente sangue ma post, nessun cervello ma artificialmente intelligenti.

L’intelligenza artificiale che ci supporta, ma che forse non ci sopporta

L’intelligenza artificiale che si propone di vivere in supporto all’essere umano pensa via via come subentrare a questo, di fatto sostituendolo. Questo il ruolo dei virtual influencer che non si vedono in giro, ma sui social sono attivissimi, seguiti e amati. Questo perché non si limitano ad “abitare” i social, ma sui social vivono con delle vere e proprie personalità, con dei gusti e delle riflessioni.

Anche la moda cede il passo ai virtual influencer: c’è chi li ingaggia, c’è chi li crea

Lil Miquela su Instagram, virtual influencer

Anche il mondo della moda inizia a puntare sui virtual influencer per accrescere le proprie tasche alla luce di quanti follower può portare a casa. A questo proposito non si può non citare una delle prime virtual influencer, la replica non-fisica di una Chiara Ferragni qualsiasi. Si chiama Lil Miquela Sousa e gode di una pagina a lei dedicata su Wikipedia come qualsiasi altra persona e dove viene descritta come cantante, influencer e modella statunitense-brasiliana.

Basta un rapido giro sulla sua pagina Instagram per tentennare e strabuzzare un po’ gli occhi perché il confine tra realtà e finzione è labilissimo. Su Instagram la 19enne (per sempre, se lo vorrà) vanta la bellezza di 3 milioni di follower, accresciuti negli anni, e del tutto fisici, reali. Nella sua non-vita Miquela ha già avuto modo di collaborare con numerosi brand quali Prada, Gucci, Diesel e non solo.

Maya: la virtual influencer creata da Puma

Addirittura è ammesso il percorso inverso, quello che porta le case di moda a costruirsi i propri virtual influencer. L’unico costo in fondo è lo stipendio di un programmatore e di qualcuno che effettivamente segua e “viva” dietro le quinte della vita del virtual influencer, una scelta più economica alla luce di quanto costano quelli veri. Così ecco che Puma dà i Natali alla sua Maya, una ragazza asiatica che ovviamente veste solamente il brand e che ama lo stile sportivo. 7mila follower all’attivo, niente male per qualcuno che non ha nemmeno la facoltà di gioirne.

Insomma, sembra davvero una questione millimetrica la distanza tra immaginazione e realtà, ma millimetrica rischia di essere anche quella tra avanguardia e deriva.

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