MUSICA
Uto Ughi stronca i Maneskin: “Un insulto alla cultura e all’arte”
Una stroncatura vera e propria per i Maneskin, fatti a pezzi dal celeberrimo violinista Uto Ughi
Uto Ughi: il violinista stronca i Maneskin
Non va per il sottile Uto Ughi, celeberrimo violinista italiano di fama mondiale, quando è il momento di esprimersi sui fenomeni del momento: i Maneskin, freschi di lancio del nuovo album e di annuncio della loro partecipazione al Festival di Sanremo 2023, dopo aver festeggiato persino un surreale matrimonio.
Maneskin: un matrimonio, un nuovo album e il ritorno al Festival di Sanremo 2023
Dei Maneskin si torna a parlare incessantemente in queste ore e per più di un motivo. Proprio in questi giorni è stato celebrato tra i 4 del gruppo – Victoria, Ethan, Thomas e Damiano – un vero e proprio matrimonio. Abiti da sposa, fiori, marcia nuziale: si tratta ovviamente di un matrimonio fittizio, simbolico, una mera trovata di puro marketing proprio per lanciare il loro nuovo album, Rush, che noi abbiamo già ascoltato e giudicato. Maneskin che dividono e che fanno al contempo impazzire milioni di fan, ma che tuttavia non sposano il gusto musicale di Uto Ughi che anzi, li condanna.
Uto Ughi sui Maneskin: “Un insulto alla cultura e all’arte”
Proprio ieri sera Amadeus ha annunciato che saranno i Maneskin i superospiti della serata del Festival di Sanremo 2023 di giovedì. Un ritorno, l’ennesimo, in pieno stile e sulla scia di un album che sebbene sia stato appena pubblicato ha già fatto parlare. Proprio in ragione di ciò, parla anche uno dei massimi esperti di musica, più che titolato per farlo, Uto Ughi. Il violinista ha un pensiero decisamente “diverso”, che non collima con i sentimenti delle masse. “I Maneskin sono un insulto alla cultura e all’arte“, ha tuonato Uto Ughi durante una presentazione a Siena. Non una questione personale, ma il giudizio da parte di chi di musica vive da sempre: “Non ce l’ho particolarmente con i Maneskin, ogni genere ha il suo diritto di esistere, però quando fanno musica e non urlano e basta“.