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Ungheria, nuova stretta sull’aborto: l’obbligo dal 15 settembre

Ungheria: nuova stretta sull’aborto da parte del governo Orban

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Ungheria, nuova stretta sull’aborto: obbligatorio ascoltare il battito del feto

Orban insieme al suo governo stringe ancora la morsa in Ungheria sull’aborto introducendo un nuovo passo che ogni donna dovrà fare prima di procedere con l’interruzione della gravidanza: ascoltare il battito del cuore del feto.

Aborto: la legge in vigore dal prossimo 15 settembre

È stato il ministro dell’Interno Sandor Pinter a firmare il decreto che sarà legge dal prossimo 15 settembre in Ungheria in materia di aborto. Ai già stringenti requisiti, si aggiunge ora un altro passaggio. In Ungheria, ove è permesso ad una donna di abortire solamente in 4 casi (gravidanza come conseguenza di una violenza, gravidanza che mette a rischio la salute della donna, feto con gravi problemi di salute o situazione economico/sociale insostenibile) dal 15 settembre i medici avranno un obbligo in più, che preoccupa molto e non solo Amnesty International.

L’entusiasmo del governo Orban, la preoccupazione di Amnesty International

Come da decreto che entrerà in vigore nei prossimi giorni, il medico dovrà obbligatoriamente presentare alla donna “una prova chiaramente identificabile delle funzioni vitali del feto”. Tradotto in altri termini questo significa che per legge ed obbligo, ogni medico dovrà far ascoltare il battito del cuore del feto ad ogni donna che ha deciso per l’interruzione della gravidanza. “Traumatizzerà più donne già in situazioni difficili“, sono state le prime parole rilasciate dal portavoce di Amnesty International, Demeter, riguardo il decreto legge ungherese fresco di firma ma soprattutto di entusiasmo da parte del governo Orban. “Almeno per alcuni secondi, il bambino in età fetale potrà essere ascoltato dalla madre prima che venga eseguito l’aborto“, sono state le soddisfatte parole di Dora Duro su Facebook, deputata che si è battuta per la firma del decreto legge.

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