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TV e SPETTACOLO

Terremoto Rai: è davvero giusto cambiare qualcosa al vertice della tv di Stato?

La dirigenza è sotto attacco per quanto accaduto al Festival di Sanremo

Avatar di Marco Zoccali

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Stefano Coletta Rai Uno

Fedez da solo ha inciso sul Festival più di 16 milioni di spettatori

Si è fatto, si fa e si farà un gran parlare di quanto accaduto durante il Festival di Sanremo, ovvero dell’esibizione di Fedez sulla nave della Costa Crociere. L’attacco del rapper al viceministro Bignami non è stata una mera libera espressione dell’opinione di un’artista, ma un vero e proprio terremoto dalle conseguenze potenzialmente catastrofiche per i vertici Rai.

La dirigenza Rai paga la fiducia nel rapper

Che il nuovo governo insediatosi il 22 ottobre 2022 abbia da quel momento il desiderio di mettere il proprio zampino sulla dirigenza della tv di Stato non è una novità e non rappresenta una diversità rispetto al passato. Ogni squadra a capo del Paese tenta di replicare la maggioranza parlamentare nell’organigramma Rai e questo a volte risulta facile e agevole, altre invece complicato o quasi impossibile (questo spesso coincide con i momenti positivi per l’azienda) pertanto necessita di un’occasione.

Il nome di questa occasione è Federico Lucia, in arte Fedez, che durante l’evento di punta del palinsesto della rete pubblica, ha deciso di scagliarsi in maniera irrispettosa e ingiustificata (vedremo tra poche righe per chi e per come) contro chi non vedeva l’ora di trovare un pertugio per insediarvi la propria leva ed effettuare un ribaltone.

Amadeus e Coletta: quanto costa la fiducia

Fedez ha mancato di rispetto innanzitutto ad Amadeus e Stefano Coletta, coppia alla guida del Festival di Sanremo, che ha commesso l’errore di fidarsi ciecamente dl buonsenso del cantante, ritenendo che “l’ostaggio” Chiara Ferragni fosse sufficiente a frenare le tentazioni del giovane. Non ha pensato minimamente alle possibili conseguenze del suo gesto, ma d’altronde può permettersi il lusso di farlo, peccato che il conto poi lo debbano pagare altri.

Inoltre, il riferimento a Bignami è apparso anche ingiustificato. Per nulla rilevante all’interno del contesto in cui è stato espresso, il livore di Fedez è stato il tipico sassolino che ci si voleva togliere da tempo dalle scarpe. Il ritardo però è colpevole.

Il risultato non cambia: a pagare sono sempre i cittadini

Ad ogni modo, in un Festival praticamente inattaccabile, il gesto del rapper è stato ciò che in Parlamento molti aspettavano ed ora la battaglia è davvero apertissima. Gli schieramenti sono ben delineati. La maggioranza da un lato, che non guarda ai numeri, ma ai valori (discrezionalmente identificati), dall’altro i vertici Rai, che per i numeri tutto han fatto, sottovalutando taluni pericoli. In mezzo, le vere vittime, gli spettatori. Coloro i quali pagano per il servizio televisivo pubblico, che ottengono dalle lotte a loro estranee un prodotto sul quale non hanno nessun controllo e che possono semplicemente apprezzare o disprezzare.

Tv di Stato, non di Governo

Si tratta banalmente di priorità. La Rai, in quanto azienda di Stato, dovrebbe avere innanzitutto una gestione finanziaria pulita, solida e trasparente. Naturalmente dovrebbe proporre agli spettatori, i cittadini paganti, informazione e intrattenimento fondato certamente su valori condivisi. Dovrebbe anche, auspicabilmente, non risentire di dinamiche politiche, perché tv di Stato non vuol dire tv di Governo, ma tv al di sopra delle parti.

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