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Tanto rumore per nulla: Star in the Star ha fatto parlare molti, ma non l’ha guardato nessuno

Gli ascolti bocciano il nuovo format di Mediaset

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Troppo uguale a Tale e Quale Show, copia de Il cantante mascherato, troppo simile il concept del programma, troppo simili le maschere da far interpretare ai vip, troppo simile anche la colonna sonora del promo; queste alcune delle miriadi di accuse mosse nei confronti di Star in the Star, il nuovo show di Mediaset affidato alla conduzione di Ilary Blasi.

Star in the Star, qualcuno lo dovrà pur guardare

Uno scroscio di polemiche che ha creato un vero e proprio baillame intorno all’esordio della trasmissione che ieri ha finalmente visto la messa in onda della prima puntata. Al di là delle pur presenti somiglianze con show simili (del tutto sensate se viste in ottica di produzione televisiva e di organizzazione dei palinsesti), lo spettacolo presenta delle innovazioni che possono renderlo preferibile rispetto ai concorrenti. Ci sarà pure chi preferirà Claudio Amendola, Pucci e Marcella Bella al rivale team di giudici composto da Loretta Goggi, Malgioglio e Giorgio Panariello. Ci sarà chi preferirà l’avvenenza di Ilary Blasi alla compostezza di Carlo Conti. Ci sarà anche chi preferirà il ritmo del programma, chi preferirà il meccanismo di scoperta dei personaggi viventi sotto il pesante make up, ci sarà chi semplicemente preferirà Mediaset alla Rai.

I numeri da incubo all’esordio

Ci sarà. Forse. Perché guardando i dati di ascolto di ieri, non si può dire che il pubblico stesse fremendo dal vedere l’essenza di ciò di cui hanno parlato nei giorni scorsi. 1,9 milioni di persone hanno affidato il proprio intrattenimento del giovedì sera a Ilary Blasi e a Star in the Star, un complessivo 11,9% che impallidisce di fronte al 24,4% conquistato da Rai1 con Sorelle per sempre, film che narra di uno scambio di culle e conseguenze varie, ispirato ad una storia vera.

Cosa trarre dunque da questi dati? Quali riflessioni possono essere ispirate dalle scelte fatte ieri sera dal pubblico televisivo? Forse che si è fatto tanto rumore per nulla e parlare di concorrenza sleale o congetturare ipotesi simili appare davvero ridicolo quando una vera concorrenza poi nemmeno c’è.

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