G-8X9FB2YCC0

Serie Tv

Strappare Lungo i Bordi: la recensione della serie di Zerocalcare – PARTE 1

Abbiamo divorato la serie di Zerocalcare: ecco i nostri voti ad ogni episodio

Pubblicato

su

È uscita oggi su Netflix la serie animata Strappare Lungo i Bordi, realizzata interamente dal fumettista Zerocalcare e prodotta da Movimenti Production insieme all’editore Bao Publishing. Noi de lawebstar.it non abbiamo potuto fare a meno di vederla tutta d’un fiato al day one, con non poche aspettative. Vi raccontiamo qui di seguito le nostre impressioni sulla serie più attesa di novembre, esprimendo i nostri voti (in armadilli ovviamente) episodio per episodio. La recensione contiene piccoli spoiler, perciò se non volete assolutamente scoprire nulla sulla serie prima di vederla con i vostri occhi, tornate appena dopo aver divorato i sei episodi.

Zerocalcare: la recensione di Strappare Lungo i Bordi

Episodio 1

Il primo episodio della serie animata ha il compito di presentare agli spettatori questa nuova veste di Zerocalcare nonché dei personaggi da lui creati e che i lettori hanno imparato ad amare grazie ai suoi fumetti, come l’iconico armadillo (la cui voce è del regista Valerio Mastrandea), Secco o l’amico Cinghiale.

Già dai primi minuti tornano moltissimi dei leitmotiv appartenenti allo “Zerocalcare delle origini”, come se l’intero episodio fosse imbevuto dalle acque primigenie de Le Profezie dell’Armadillo, l’opera che lo ha consacrato come uno degli autori di fumetti più importanti del recente periodo. Tornano anche l’importanza di Roma come “proprio posto nel mondo”, con le sue divisioni tra quartieri che la rendono una sorta di terra mistica, torna il racconto dell’esperienza del G8 di Genova e tornano anche i centri sociali in cui Michele Rech si è formato come persona. Il tutto, però, con un dinamismo che non rende la narrazione eccentrica o confusionaria, ma soppesata nei suoi momenti focali.

Come suo solito, Calcare racconta di sé, ma pare descrivere una platea sicuramente più ampia. Questo rende il primo episodio in grado di costruire un rapporto empatico fra chi legge e chi guarda, una connessione tra le parti in gioco. In tal senso è esemplificativo il racconto di tutti coloro che, ormai un’era geologica fa, si trovavano più a proprio agio dietro allo schermo di un pc rispetto al fatto di riuscire a vivere i rapporti umani in prima persona. Meglio un trillo su MSN che una frase fuori posto detta a voce alta. Ed è qui che viene introdotto il personaggio di Alice, interesse amoroso del protagonista con cui, però: “Stavamo sempre a seminà, ma non raccoglievamo mai”. Unico neo, forse la presenza di troppe gag, sketch o ricordi che penalizzano la progressione orizzontale della serie, con un effetto eccessivamente simile ad altri prodotti d’animazione, come I Griffin.

Chicca finale dell’episodio: il racconto alla “Calcare-maniera” sulle differenze tra i bagni degli uomini e quelli delle donne vale da sola la visione dell’episodio. Per non parlare dei poster in camera di Zero.

Episodio 2

Il secondo episodio riporta gli spettatori, insieme a Zero, alle scuole elementari. Il ricordo del fumettista compie un balzo all’indietro nel tempo, quando all’età di 11 anni era stato per un po’ il cocco della maestra. Fatto che, a causa della matematica, dura pochissimo. Calcare rivive in quel momento il fatto di non essere stato all’altezza delle aspettative che l’insegnante ha sempre riposto in lui fino a quel momento. Ma è qua che il personaggio di Sara, compagna da sempre di Zero e sua amica storica, squarcia il velo di Maya con poche, sibilline parole: “Non siamo il centro del mondo“. Non lo siamo per i nostri insegnanti, non lo siamo per i nostri datori di lavoro e, in termini più assoluti, non lo siamo nemmeno per gli altri. Ma essere un numero fra tanti, un filo d’erba nei i prati più verdi, nasconde in sé un grandissimo vantaggio, quello di non dover portare il peso del mondo sulle spalle. E c’è qualcosa di ancora più profondo che Calcare fa emergere in questo secondo episodio: la sicurezza dell’amore dei propri cari, per cui quel filo d’erba, quel numero tra tanti, significa tutto. Al punto tale da cambiarti la ruota nonostante abbia più di 30 anni e necessiti ancora del soccorso di tua madre per sostituirla.

Episodio 3

Prosegue il viaggio nei ricordi di Calcare, con il fumettista di Rebibbia che parla del suo rapporto con le ripetizioni: da come ha iniziato ad impartirle alle difficoltà nel rapportarsi con alunni e genitori. Da qui in poi Calcare costruisce passo per passo l’arrivo a un profondo pensiero che esplode a tre quarti della puntata. Quello che ci aspettiamo dagli altri sono soltanto nostre idee riguardo ciò che vogliamo, e quasi pretendiamo, da coloro che ci stanno attorno. Sono nostre elucubrazioni mentali, nostre e nostre soltanto, che non possono legittimare il fatto di definire altri come deludenti se non rispondono a quanto noi vorremmo che facessero o dicessero. Ed è questo che traspare durante il momento in pizzeria tra Secco e Calcare, quando proprio quest’ultimo non tiene conto, nei suoi mille ragionamenti, che la volontà di Secco potrebbe prendere una via differente rispetto a quanto lui si aspetta. Nota di merito va alla parte dedicata alla maledizione di Carmen la zingara, chiamata a riannodare gli sviluppi della trama sino a quel momento e dare l’input per la fase finale dello show.

Exit mobile version