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Storia del Festival di Sanremo: Pippo Baudo, l’uomo che ha fatto 13

Pippo Baudo, un uomo che vale 13 a Sanremo

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Pippo Baudo uomo del Festival

Pippo Baudo, l’uomo del Festival

Quando, nel novembre del 1967, il giornalista Gigi Vesigna, futuro direttore di Tv Sorrisi e Canzoni, annuncia proprio dalle colonne dello storico periodico che Pippo Baudo prenderà il posto di Mike Bongiorno quale presentatore del Festival di Sanremo 1968, in molti sono scettici: il presentatore siciliano è “l’ultimo arrivato”, pur se da quasi 2 anni il suo programma domenicale Settevoci, incentrato su quelli che ancora non vengono definiti “emergenti” della canzone, è seguitissimo. Eppure l’organizzatore di allora della gara, Gianni Ravera, vuole fortissimamente Pippo “Gambalunga” al Salone delle Feste del Casinò: lo ottiene senza problemi e sceglie bene.

1968: la prima volta di Pippo Baudo al Festival di Sanremo (con lo “show” di Louis Armstrong)

Quel debutto nella gara canora che allora vede in lizza anche artisti stranieri di fama universale è per Baudo come l’esame di una materia fondamentale, poi superato con il massimo dei voti, in barba a quei funzionari RAI che vorrebbero incutere in lui timore ricordandogli che al Festival egli si giocherebbe la carriera. Inoltre concorre a Sanremo 1968 anche un mostro sacro come Louis Armstrong: “Satchmo” prova a cantare in italiano servendosi di un rudimentale “gobbo” con la fonetica inglese delle parole del testo di Mi va di cantare e poi “improvvisa” con la tromba, costringendo Baudo a fermarlo.

1984, 1985, 1987: Pippo tra vertenze operaie, nuovi amori e dolorosi addii

Negli anni ’80 Pippo Baudo raggiunge una popolarità immensa grazie a frequenti apparizioni televisive: per lui è quindi inevitabile tornare dopo 16 anni a Sanremo. L’edizione del 1984 incomincia con un momento molto significativo: Baudo consente a un gruppo di metalmeccanici che manifestano fuori dal Teatro Ariston di salire per qualche minuto sul palco per perorare la loro causa in diretta televisiva. Galeotto il Festival del 1985: nasce l’amore per Katia Ricciarelli, il soprano ospite fuori gara in duo con Amedeo Minghi. Nel 1987, invece, tocca a Pippo comunicare la notizia della scomparsa del “reuccio” Claudio Villa.

1992-1996: il lustro d’oro di Pippo Baudo al Festival. Giovani “promesse” e il pronto impedimento di un suicidio

Baudo si conferma sempre più il presentatore ideale del Festival e inoltre, grazie alla sua esperienza anche a contatto con cantanti, produttori e discografici, ne viene nominato Direttore Artistico. Sua è l’idea di Sanremo Giovani, turno preliminare di qualificazione per gli aspiranti esordienti, da svolgersi nell’autunno precedente la gara: ne vengono fuori Irene Grandi, Giorgia, Andrea Bocelli, Carmen Consoli, Silvia Salemi e tanti altri. Del Festival 1995 si ricorda anche, in piena terza serata, lo sventato suicidio di un tal Pino Pagano, che “Superpippo” convince con le buone a non gettarsi dalla balconata dell’Ariston.

2002-2003 e 2007-2008: Pippo Baudo fa 13

Le 4 edizioni di inizio millennio da lui condotte e dirette permettono a Pippo Baudo di scavalcare il veterano Mike Bongiorno e di diventare il presentatore con il maggior numero di partecipazioni al Festival di Sanremo (13 in tutto). Inoltre, nell’edizione 2003 passa alla storia il bacione elargito da “Gambalunga” alla vivace attrice torinese Luciana Littizzetto, al termine di un tango ballato assieme. Il resto è ordinaria amministrazione, anche se i successi tra le canzoni in gara non mancano. D’altronde, Baudo ha naso nella scelta degli interpreti da destinare al Festival e spesso le sue scelte vengono ben ripagate.

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