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Stefania Sandrelli, il dramma: “Mi ha menato, gonfiato gli occhi, rotto la faccia”
Il dramma di Stefania Sandrelli: la violenza subita
Stefania Sandrelli: la confessione a margine di Venezia 79
Stefania Sandrelli si racconta a margine della Mostra del Cinema di Venezia 79, e lo fa a cuore aperto. Onorata del Premio Bianchi ricevuto che la omaggia e le rende merito come attrice in questo caso anche agli occhi della critica giornalistica, la Sandrelli si lascia andare ad intime confessioni sul suo passato. Una domanda su tutte, posta da La Repubblica, le estrapola il drammatico ricordo di una violenza subita.
Stefania Sandrelli a Venezia79: il Premio Bianchi per Acqua e Anice
Stefania Sandrelli, 76 anni compiuti, una lunga e lodevole carriera d’attrice alle spalle e un ruolo ancora da protagonista grazie all’ultima pellicola, Acqua e Anice di Corrado Ceron. Intervistata da La Repubblica, la Sandrelli ripercorre alcune tappe della sua vita come l’affetto che la lega a Venezia, proprio dove è stata concepita sua figlia Amanda. Non solo ricordi felici, non solo cinema però e non solo Scola, senza il quale si definisce una donna orfana: “Lui era anche in tutte le cose mie private, c’era sempre. È difficile per me parlarne“.
La violenza subita da un ex calciatore della Lazio
C’è però un altro ricordo meno felice ed anzi drammatico che riaffiora dal passato della Sandrelli, relativo ad una violenza subita da parte di un ex calciatore della Lazio che sarebbe morto da tempo e che, all’epoca, era fidanzato di una sua intima amica, Gigliola. “Era una delle mi miglio amiche che mi ospitava a casa sua [Roma ndr.]”. Racconta di quel momento e quel giorno l’attrice: “Quel giorno eravamo pieni di bambini, anche Gigliola aveva una bambina adorabile, Cristina. Dice: ‘Facciamo due macchine, ti accompagno io”. Era il ragazzo di Gigliola“. Pur definendosi molto ingenua, innocente e per certi versi distratta, ricorda la Sandrelli di essersi accorta subito delle intenzioni di quel ragazzo. “Vedo che mi viene incontro, mi dice ti aspetto, realizzo che si aspettava di fare sesso e io non volevo nel modo più assoluto“.
Le botte di fronte al rifiuto: “In quella cabina mi ha menato”
Di fronte al rifiuto dell’attrice, la violenza: “In quella cabina mi ha menato, mi ha gonfiato gli occhi, ha rotto la faccia, le ossa, ero più morta che viva. Gigliola ha pianto, abbiamo pianto insieme, mi ha dovuto recludere in una specie di scantinato per non farmi vedere. E ha chiamato i carabinieri. Lei non l’ha mai più visto. Era una cosa che avevo rimosso, è stata una cosa pazzesca“.