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Simona Ventura: regista al Festival di Venezia con “Le 7 giornate di Bergamo”

Per la prima volta da regista Simona Ventura fa il suo approdo al Festival del Cinema di Venezia raccontando i giorni più bui della pandemia

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Alla Mostra Internazionale d’arte cinematografica, anche solo più noto come il Festival del Cinema di Venezia 78, ci sarà tra i grandi anche Simona Ventura per la prima volta in veste di regista. L’annuncio è filtrato dai canali social della celebre conduttrice televisiva che arriverà sul red carpet con il suo documentario, Le 7 giornate di Bergamo.

Simona Ventura regista al Festival di Venezia

Simona Ventura a Venezia78, tra i grandi nomi del cinema italiano e internazionale, con un documentario che racconta una, anzi 7, sette giorni tra i più bui del 2020 e della storia italiana dell’ultimo secolo. Le 7 giornate di Bergamo, il documentario che ha visto Simona Ventura nel ruolo di regista per la prima volta nella sua lunga carriera, ha al centro la narrazione drammatica dei fatti relativi alla città di Bergamo nel momento più drammatico della pandemia, quando la minaccia del Coronavirus si era fatta sentire in tutta la sua violenza.

“Le 7 giornate di Bergamo”, i giorni più bui

Giornate impossibili da dimenticare, giornate indelebili e tragiche nella memoria e negli occhi di tutti: “Avevo voglia di raccontare il mio punto di vista su un fatto che ha segnato profondamente le nostre vite. La docu racconta la costruzione dell’ospedale alla Fiera di Bergamo, spinta dall’immane forza, volontà e disperazione di un gruppo di Alpini guidati da Sergio Rizzini e coadiuvati da artigiani, imprenditori e tifosi dell’Atalanta in soli 7 giorni“, spiega Simona Ventura su Instagram alla luce dell’importante novità riguardane il Festival del Cinema. Il documentario della Ventura non sarà in concorso ma arriverà a Venezia in qualità di proiezione speciale insieme a La Biennale di Venezia: il cinema al tempo del Covid di Andrea Segre. Un risultato importante soprattutto simbolicamente e moralmente per la Ventura che dietro la cinepresa ha provato a raccontare i giorni della paura, dell’alienazione, tra i più brutti dell’età contemporanea per l’Italia e il mondo. Al suo fianco in questo grande progetto, ovviamente, il compagno Giovanni Terzi: “Nulla senza di te sarebbe accaduto“, scrive la Ventura che ringrazia poi per l’appoggio Luigi e Ambrogio Crespi e Giacomo Pellegrinelli.

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