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Segre e Seymandi: “Trappola al veleno”, il commento di Alba Parietti

Il commento della Parietti alla storia che sta facendo il giro del web

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Massimo Segre e Cristina Seymand: il falso gossip, la vendetta e il commento di Alba Parietti

Anche Alba Parietti prende la parola su una spinosa questione di cuore che sta abitando le prime pagine dei quotidiani: parliamo della fine della relazione tra Cristina Seymandi e Massimo Segre, coppia lontano dal mondo dello spettacolo che per la turbolente rottura però è riuscita comunque a far chiacchierare parecchio.

La verità è che pur non essendo due vip, il banchiere torinese e l’ex collaboratrice della sindaca Appendino sono riusciti a far parlare il mondo del gossip forse meglio di quanto avrebbero potuto fare a Temptation Island. Parliamo del video che è stato diffuso di quella che doveva essere la loro festa, durante la quale annunciare peraltro le loro imminenti nozze. Peccato però che la festa sia diventato un addio, dei più violenti a livello psicologico ed emotivo.

“Un delitto bianco”

Anziché leggere una lettera d’amore all’amata, ferito e arrabbiato, Segre ha impugnato una lunga lettera con la quale, pubblicamente, ha denunciato e smascherato a tutti i presenti i tradimenti subiti dalla compagna. Riferimenti puntuali con tanto di “buona vacanza a Mykonos con l’avvocato“, il presunto amante della Seymandi. La storia, finita sui giornali tra le bizzarrie della quotidianità, è stata commentata anche da Alba Parietti sui social.

Un lungo post quello di Alba Parietti di cui riprenderemo le parti salienti, a riassumere il suo pensiero: “Un moderno ed educato modo di mettere la merd* nel ventilatore e servire un delitto d’onore e sangue. Un delitto bianco“, scrive la conduttrice. Parla da commentatrice, lettrice ma anche da torinese. “Lascio libera la donna“, così Segre e la Parietti bacchetta: “Quella carezza è’ una pugnalata“. E ancora: “Immagino il tempo a pensare, a meditare come costruire questa trappola al veleno che lo avrà trafitto e addolorato. Ma che dignità c’è nella presa di coscienza della verità esibita?“.

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