TV e SPETTACOLO
Scene da un matrimonio: spaccato di un’Italia che (non) cambia da Mengacci alla Tatangelo
Dal successo di Davide Mengacci alla nuova linfa con Anna Tatangelo: la storia di Scene da un matrimonio a partire dalla “proposta”
L’idea dietro a Scene da un matrimonio è del vulcanico giornalista Gianni Ippoliti, ancora sotto contratto con la Fininvest prima di passare in Rai: perché non descrivere, con il permesso delle coppie in questione, tutto ciò che ruota attorno alle celebrazioni dei matrimoni e soprattutto alle atmosfere delle feste nuziali, così diverse dal Nord al Sud del nostro Stivale?
Prima di Scene da un matrimonio, la proposta nel 1990
La proposta viene accolta dai dirigenti di Canale 5 e così, nel 1990, debutta questa trasmissione dal titolo che richiama inevitabilmente alla mente un film del grande regista svedese Ingmar Bergman, Scene da un matrimonio. Le telecamere del Biscione puntano i loro obiettivi su diverse località site dalle Alpi al Lilibèo e raccontano come vengono gettate le basi delle nuove famiglie italiane con il concretizzarsi del sacramento nuziale (si tratta rigorosamente di matrimoni religiosi: solo raramente viene preso spunto da unioni ufficializzate da riti civili). A fare da narratore viene scelto un elegantissimo (in volto e in voce) Maestro di cerimonie, il milanese Davide Mengacci. Ex-pubblicitario, giornalista e a volte anche cabarettista, Mengacci proprio con questo programma itinerante e ripreso dal vero (uno dei primissimi esempi del genere in Italia, ma destinato comunque a fare da battistrada, tanto che oggi questo filone televisivo sempre più comune viene classificato anche qui da noi con l’espressione americana docu-reality) raggiunge una vasta popolarità tra i telespettatori.
Scene da un matrimonio: il precursore del docu-reality
Tutto ciò che serve per illustrare al meglio la cerimonia teleripresa per l’occasione viene regolarmente filmato, montato e messo in onda: la sposa e lo sposo nella loro quotidianità durante gli ultimi giorni di nubilato e celibato; le relative famiglie, anche con uno sguardo alle rispettive estrazioni sociali; le madri che puntualmente si commuovono davanti alla luce rossa del teleobiettivo; gli amici del cuore di Lui e Lei… e poi, finalmente, il rito nuziale, il “sì”, lo scambio degli anelli, le panoramiche delle telecamere che indugiano inevitabilmente sull’acconciatura e sull’abito della sposa. A volte vengono intervistati anche i sacerdoti incaricati di benedire le nozze. Infine, naturalmente, spazio al pranzo che segue, in cui Mengacci si intrattiene a lungo con le due famiglie e con gli invitati “di riguardo”, parlando con loro di volta in volta del più e del meno, scherzando anche, ma con la moderazione che gli appartiene… per poi sottolineare il tutto con l’inevitabile, eppur proverbiale “Viva gli sposi !”.
Da Davide Mengacci ad Anna Tatangelo, oltre 20 anni dopo
Da queste trasmissioni emerge il ritratto di un’Italia provinciale, sovente ligia alle tradizioni pur accettando il progresso o le novità, ma in maniera molto graduale (specie nel Mezzogiorno). Sono gli anni Novanta, quando le cose in Italia, tutto sommato, vanno ancora bene (anche se si notano le prime avvisaglie di una crisi economica ancor oggi sotto i nostri occhi) e lo dimostra un certo sfarzo che accompagna molte tra le cerimonie riprese e poi teletrasmesse. Comunque, le storie trattate sono “storie di sempre”, praticamente senza tempo, e Mengacci stesso ne trae un libro oggi reperibile solo nei mercatini dell’usato, dal titolo Viva gli sposi!. Scene da un matrimonio va in onda su Canale 5 sino all’inizio del 1994, per poi passare a Retequattro, ove prosegue sino al ’96. In seguito la formula sarà rilanciata più volte, ma con minor successo, da Mengacci e da altri. Proprio nel 2021 è ripartita una nuova serie del programma, in onda su Canale 5 al sabato pomeriggio, con una “narratrice” che è poi la ben nota cantante di musica leggera Anna Tatangelo.