TV e SPETTACOLO
Sanremo 2023: il pagellone finale del Festival
Cosa resterà di questo Festival?
Certi Festival non finiscono, fanno giri immensi e poi…
Il sipario sul Festival 2023 si è abbassato nella tarda, anzi tardissima, notte sanremese. Tanto pieno è stato il palco dell’Ariston in questi giorni, tanto affollate sono state le strade della città della musica e dei fiori, tanto ora il vuoto appare ingombrante. Il pubblico dovrà fare i conti con la nostalgia nei confronti dello show condotto da Amadeus, ma fortunatamente le 28 canzoni di questo Festival forniranno consolazione. Sanremo venti-ventitre non è stato però solo musica, ma tanto, tanto altro. E allora, di questo corollario di colore, cultura, comicità, istituzioni e rituali cosa resterà? Cosa porteremo con noi di questo Festival? Cosa ricorderemo in bene e cosa in male di questa edizione tra le più viste di sempre? Abbiamo provato a rispondere a questa domanda, concedendoci il divertimento di dare un po’ i numeri, ovvero dei voti ai protagonisti principali di Sanremo 2023.
Conduttori e co-conduttrici: Amadeus non sbaglia niente, Chiara Ferragni incide solo sui social
Amadeus, voto 10
Il direttore artistico è come il vino buono, più passa il tempo e più migliora. La quarta edizione del Festival sotto la sua giurisdizione è stato un successo senza precedenti, dando seguito al trend già superlativo delle tre dell’ultimo triennio.
Percentuali di ascolto superiori al 60% non erano nelle previsioni nemmeno del più ottimista nei corridoi Rai. Il capolavoro di Amadeus nasce innanzitutto dalla capacità di selezionare artisti e canzoni che danno l’impressione di rappresentare il meglio del panorama italiano contemporaneo. Non una capacità esclusivamente passiva, di riconoscimento del valore delle canzoni proposte, ma anche attiva, come dimostra la volontà di avere sul palco dell’Ariston i Cugini di Campagna, invitati a gareggiare con un brano differente dal background della band, ai quali è stato fornito un testo firmato La Rappresentante di Lista, anche questa volontà e intuizione di Ama.
Schiva il caos scatenato da Blanco, evita di ingarbugliarsi dopo le anarchie di Fedez, compie uno slalom tra i dardi scoccati dal mondo politico e ne esce vincitore assoluto. Al momento è certo che tra un anno al comando ci sarà ancora lui, il pubblico avrà tempo prima di sentirne la mancanza.
Gianni Morandi, voto 10-
Conduce, ripulisce il palco dopo l’uragano Blanco, canta con gli amici di una vita emozionando almeno 5 generazioni di spettatori, sboomerizza Amadeus, insomma fa tutto e lo fa bene. Cosa si poteva chiedere di più? Spalla perfetta per il direttore artistico e per gli ospiti, bro e partner di combo per il gioco che diverte anche i cantanti in gara, il FantaSanremo, Gianni non si risparmia e dimostra che l’età è davvero solo un numero. Il meno è causato dalle sue improvvise sparizioni dal palco, perché lascia ogni volta un vuoto.
Chiara Ferragni, voto 6
Dalla donna più seguita d’Italia ci si aspettava di più. Il Festival di Sanremo 2023 era l’occasione unica e irripetibile, o quantomeno giusta, per mostrare a tutti la pasta di cui è fatta. Ciò che si è visto è un frivolismo non ricercato (e questa è un’aggravante), una debolezza espressiva generalizzata ed un’incertezza identitaria che non ci si aspettava. Non arriva mai a dare fastidio, ma non convince mai a pieno. L’idea del vestito è stata sicuramente geniale, ma non basta ad ergerla ad icona di questo Festival.
Francesca Fagnani, voto 7+
Carismatica, elegante, fine. Francesca Fagnani ha messo da parte l’abito da belva per concedersi generose e succinte scollature alle quali il pubblico non era abituato. La grinta fa fatica però ad essere messa all’angolo e così per vederla al meglio della sua forma servono comunque lo sgabello e il controllo della situazione. Bello il monologo, non facile da far arrivare a tutto il pubblico, ma necessario.
Paola Egonu, voto 6
Molto più a suo agio nei panni di conduttrice e annunciatrice che in quelli di monologhista, Paola Egonu ha superato a fatica lo scoglio della conferenza stampa, ma una volta rimandate oltre la rete le pallonate dei giornalisti, il suo percorso al Festival di Sanremo è stato in discesa.
Chiara Francini, voto 8
Il monologo, purtroppo relegato ai minuti finali di una serata estremamente lunga e poco dedita a momenti riflessivi, è tra quanto di più incisivo si è visto sul palco dell’Ariston in questa settimana. Abile ed esperta sul palco, aderisce perfettamente al duo Amadeus-Morandi, scegliendo di indossare una veste comica che è risultata piacevole ma che ha impedito al pubblico di vederla co-condurre in modo forse più anonimo, ma sicuramente più inedito e rivelatore della sua intima personalità.
Fiorello, voto 10+
Ancora una volta Fiorello ha fatto la differenza. A distanza, chiamato ad intervenire a serata ormai conclusa, senza ruoli ufficiali, ma comunque indispensabile. Via Asiago dista dal teatro Ariston 634 km, ma Fiore è stato presente come se fosse sul palco accanto all’amico Amadeus. Ogni secondo di collegamento è piacevole, divertente e in grado di disinnescare noia e polemiche classiche da Festival. Se non ci fosse stato, Sanremo 2023 non sarebbe stato completo.
La Rai e la città di Sanremo: cosa non si è visto in tv di questo Festival
Sanremo, voto 9
La capitale della musica italiana si è dimostrata decisamente all’altezza dell’evento che ospita. Gli abitanti di Sanremo e i numerosissimi turisti giunti in luogo per il Festival hanno letteralmente inondato di affetto gli artisti in gara e i volti noti presenti in città per l’occasione. Un entusiasmo contagioso e inebriante, che ha contribuito alla riuscita dell’edizione 2023. L’assedio mette a dura prova le infrastrutture non certo da metropoli, ma per raggiungere la perfezione c’è tempo.
Rai, voto 7
Il voto è il risultato della media tra le insufficienze (leggere) e le eccellenze (decisamente alte). La macchina dei lavori è stata perfetta sotto numerosi aspetti relativi alla fornitura del servizio, ai tecnicismi, alla gestione degli imprevisti e all’ampliamento della fruibilità. Molto compatto si è dimostrato il comparto direttivo, con Stefano Coletta sugli scudi, pronto a difendere (giustamente) il proprio lavoro e quello di Amadeus, senza timore di incappare in critiche e duri attacchi. Ora è il momento di festeggiare e lasciarsi quasi tutto alle spalle.
Gli ospiti del Festival di Sanremo 2023: tante note dolenti, a spiccare è la vecchia guardia
Roberto Benigni, voto 6+
Ha avuto uno tra i compiti più difficili Roberto Benigni, ovvero quello di aprire sostanzialmente il Festival e fare gli onori di casa per il Presidente Mattarella, insomma non certo uno spettatore qualunque. Il materiale che ha a disposizione non è purtroppo la Divina Commedia, ma la Costituzione, che per quanto bella non può certo regalare gli stessi spunti e le stesse emozioni. Se la cava perché è un mostro di bravura, ma poteva (e molto probabilmente doveva) essere aiutato maggiormente.
Mahmood e Blanco, i Maneskin, Peppino di Capri: gli ex vincitori sono da 8
Tornano per far venire ancora una volta i brividi al pubblico dell’Ariston e ci riescono. Fintanto che Mahmood obbliga Blanco al contegno va tutto bene, altrimenti si è visto come può andare a finire. I Maneskin si sono dimostrati ancora una volta animali da palcoscenico, mentre Peppino di Capri ha fatto scendere più di una lacrima ad un pubblico che ha ampiamente gradito l’omaggio riservatogli da Amadeus.
Blanco senza Mahmood, voto 2
Che sia bello e dannato non è una novità, ma Blanco ha perso la trebisonda nel momento meno opportuno. Sul palco dell’Ariston per promuovere la sua musica, oltretutto nel corso della prestigiosa prima serata, mette in difficoltà Amadeus senza motivo. La giovinezza fa da attenuante, ma la colpa c’è tutta. Una macchia forse indelebile, i cui esiti si vedranno nei prossimi mesi.
Al Bano, Massimo Ranieri e Gianni Morandi, un trio da 10+
All’annuncio di Amadeus in tanti, su tutti i più giovani, non avevano fatto i salti di gioia, continuando a sperare nella presenza di Madonna o Britney Spears. I fatti hanno dimostrato che la data anagrafica a volte è davvero poco più che un numero e che le parole ospite internazionale non sono sempre sinonimo di qualità canora. Al Bano, Gianni Morandi e Massimo Ranieri hanno spiegato in musica il motivo per il quale continuano ad essere protagonisti a decenni dal loro esordio. Voci, entusiasmo e sintonia hanno regalato al pubblico una delle pagine più belle del Festival di Sanremo 2023.
I Pooh, voto 6
Di meno, per rispetto della loro storia, non si può dare, ma la voce non è più quella di un tempo e Roby Facchinetti ha faticato parecchio per non rendere l’esibizione una fotografia sbiadita di ciò che si era una volta.
Angelo Duro, voto 5-
La quota irriverente e anticonformista del Festival di Sanremo 2023 è stata rappresentata da Angelo Duro. Il comico che riempie i teatri si è confrontato con un pubblico ampio e variegato, che in parte non aveva probabilmente gli strumenti per apprezzare il suo pezzo. Troppo in bilico tra trasgressione e banalità, tra reale pensiero o cliché, non spiazza mai veramente, ma confonde parecchio.
Black Eyed Peas, voto 7-
Fergie manca, eccome. Manca anche lo smalto di un decennio fa, ma i Black Eyed Peas hanno il merito di non sembrare svogliati. Simpatico il siparietto con Bruno, furba mossa di Amadeus per sbolognare al corista il fardello del dover parlare inglese, stupefacente il ringraziamento a Tony Renis, banali e palesemente suggeriti i complimenti all’Italia.
Depeche Mode, voto 5
Ci si aspettava di più, se non in qualità almeno in durata. Bello, bellissimo vederli sul palco del Festival e in tale forma, ma un medley più corposo avrebbe dato maggior senso all’ospitata.
Gino Paoli, voto “Ray-Ban”
“Entro, spacco, esco, ciao”. Gino Paoli canta e va tutto bene. Poi sputacchia aneddoti che forse era meglio tenere per sé.
Ornella Vanoni, voto “inestimabile”
I suoi capolavori sul palco dell’Ariston, tra una battuta sui carciofi e una su Fedez. Ce ne fossero.
I cantanti in gara: Mengoni perfetto, i giovanissimi arrancano solo in classifica
Marco Mengoni, voto 10
Ha vinto, non scendendo mai dal gradino più alto della graduatoria, ha sparato acuti perfetti, belli come fuochi d’artificio, ha ondeggiato come il mare di Sanremo sul ritmo della magnifica versione rappresentata sul palco di Let it be. Insomma Marco Mengoni è stato protagonista assoluto di questo Festival e se lo è portato a casa giustamente.
Giorgia, voto 7-
Fatica e non poco Giorgia, per trovare la giusta confidenza con il suo brano in gara. Modifica il finale ad ogni esibizione e non sembra mai essere pienamente a suo agio. Il ritorno sul palco dell’Ariston ha forse emozionato troppo, molto più libera ed energica con Elisa al suo fianco.
Sethu, voto 8
Al coraggio, alla voglia, alla fame. Sethu, ribelle da palcoscenico, è artista consapevole e poliedrico, che sa di poter spiccare il volo dopo questo Festival di Sanremo. Il lavoro sulla cover dei Baustelle è notevole.
Elodie, voto 6+
Lo stile non basta ad Elodie per lasciare veramente il segno su questo Festival di Sanremo. La canzone non è mai apparsa in grado di poter avere speranze di vittoria se non durante il pre-ascolto dei brani. La cover con Big Mama intriga, ma nulla più.
Colla Zio, voto 6
Una boyband bella e che balla. Si sono fatti notare i cinque ragazzi milanesi all’esordio sul palco dell’Ariston, hanno divertito e si sono divertiti. Irrefrenabili ed energici, hanno regalato musica anche in conferenza stampa. Buona la prova durante la serata cover, nonostante le prove complicate. Sono bravi e ne sentiremo parlare ancora molto molto presto.
Tananai, voto 6
Le palazzine a fuoco lo hanno ispirato e commosso. In molti forse si aspettavano un Tananai più divertito e divertente, ma quest’anno le ambizioni erano maggiori rispetto al 2022, giustamente, ed è sembrato soddisfatto. Peccato non sia mai veramente entrato in competizione per la vittoria.
Colapesce Dimartino, voto 8
Semplici ma non banali, colorati ma non carnevaleschi, tornano a Sanremo ed è di nuovo colpo di fulmine. La critica li premia, il pubblico li apprezza, possono esultare. Portare Carla Bruni al Festival è stato un colpo di genio.
Mara Sattei, voto 5
L’insufficienza non è tanto per ciò che ha seminato, ma per quanto ha raccolto. Un testo profondo quello di Duemilaminuti, brano non semplice da cantare, soprattutto quando entra in gioco la tremarella da Ariston.
Modà, voto 9+
L’esorcismo è riuscito. Esibizioni sentite e convincenti, una cover da batticuore con Le Vibrazioni e tanti sorrisi. Non ci poteva essere vittoria più grande.
Ultimo, voto 9
Ultimo ha fatto di tutto per poter diventare ossimoro vincente di questo Festival, ma non è bastato. La sua essenza è stata dichiarata ancora una volta pienamente grazie ad una voce impeccabile e ad una canzone “delle sue”. Ne trova sempre uno più forte, ma il pubblico lo ama. Poteva andargli peggio insomma.
Lazza, voto 10-
Personalità, talento, coraggio. Lazza ha dimostrato a tanti di meritare il rispetto che si riserva ai grandi, perché è tra questi. Non sono solo i numeri da record che registra sulle piattaforme di ascolto a spiegare la sua presenza al Festival, perché tutto nella sua Cenere funziona e sintetizza il suo progetto musicale di livello. Tanta roba, e grazie Dardust.
Rosa Chemical, voto “da 2 passiamo a 3”
Oltre al colore c’è di più. Rosa Chemical plana sul Festival di Sanremo 2023 come un alieno, nel senso che come lui altri non ce ne sono. Quando è il suo turno di esibirsi non si risparmia mai e non si dimentica nemmeno un secondo di divertirsi. La cover tutta in rosa è una chicca. La sua performance finale resterà nella storia del Festival, fa sembrare Achille Lauro un chierichetto.
Cugini di Campagna, voto 9
Amadeus gli regala il palco dell’Ariston e un brano firmato da La Rappresentante di Lista. Loro arrivano a Sanremo con lo spirito giusto e dimostrano di poter dire ampiamente la loro anche in un palinsesto ricco di giovani scatenati e lontani dalle loro voci soavissime. Non chiedetegli di essere seri però.
Madame, voto 7,5
Forse facile non lo sarà mai, ma non è un male. Madame arrivava al Festival con una spada di Damocle sulla testa, ma cantando ha fatto dimenticare a tutti le altre questioni. Ricca, ricchissima di sensibilità
Ariete, voto 5
La severità del voto è pari al suo talento, che purtroppo è rimasto in gran parte inespresso. Poteva fare meglio, ma in fondo che importa. L’esperienza sarà importante per dare ulteriore linfa ad una pianta che germoglia in fretta e dà frutti buonissimi.
Mr Rain, voto 7+
Inspiegabile la cover con Fasma, ma tutto il resto è tanto semplice quanto apprezzato, soprattutto dal pubblico. Canta con i bambini, parla di superpoteri e la magia si crea. La classifica da vertigini è comunque meritata.
Paola e Chiara, voto 1997
Sembra ieri. Può essere un complimento, ma anche no. Paola e Chiara sono tornate rievocando gli anni che le hanno rese grandi, perché questo ci si aspettava e questo il pubblico di Sanremo voleva. Tutto bello, se non si guarda la classifica.
Levante, voto 7+
Il Festival del 2020 aveva fatto capire a molti che il vento di Levante aveva appena iniziato a soffiare. Quello del 2023 ha confermato quelle sensazioni. Sincera come pochi, libera come pochissimi, ha sbagliato quasi nulla: bravissima.
LDA, voto “figlio di papà”
Un complimento migliore forse non si può fare a Luca, che per quanto ha fatto vedere sul palco dell’Ariston è più che degno di chiamarlo “papà” o “collega”.
Coma_Cose, voto 8+
Crisi superata e nozze in vista, cosa di meglio per i Coma_Cose? Separare la loro vita dalla loro musica è impossibile ed è un bene, perché autentici come loro ce ne sono pochi. Non volevano vincere sul palco, ma fuori. L’hanno fatto, bravi.
Olly, voto 7
L’occhio lucido non inganni, questo ha i muscoli. Olly ha un cuore d’oro ma il six pack lo nasconde e lo protegge bene. Si diverte, balla, non sfigura nemmeno accanto a Lorella Cuccarini: questa è una partenza e lui ha reagito alla Bolt.
Articolo 31, voto 2
Ovviamente non si tratta di una clamorosa bocciatura, ma della rappresentazione di ciò che funziona e non bisognerebbe separare. Tornano loro ed improvvisamente lo fanno anche tutti i nostri ricordi. La serata cover fa scatenare, ma la lacrimuccia si trattiene a fatica.
Will, voto 6
Impossibile non notare la maturità di Will, a dispetto del viso pulito e dalla voce non ancora graffiata dall’età. Porta Zarrillo con sé durante la serata cover e il risultato è più che buono. Farà strada.
Leo Gassmann, voto 7+
Viso d’angelo e sorriso da Joker, Leo Gassmann è una macchina perfetta che inspiegabilmente non ha incontrato un vento favorevole. Meritava di più in termini di classifica e di attenzione, perché la canzone è bellissima e lui la interpreta benissimo. Sanremo lo esalta.
gIANMARIA, voto “mostro”
Di mostro non ha niente gIANMARIA, non ci crediamo che qualcuno possa avere dubbi su di lui. Esordisce a Sanremo con un brano che si fa notare e con altri 27 artisti in gara non è male come risultato.
Anna Oxa, voto 6
Le polemiche e le fake news non hanno aiutato il suo soggiorno sanremese ed è un peccato, perché quando la voce esce senza fatica il risultato è di livello. Cresce performance dopo performance e durante la serata cover riceve un tributo sentito dal pubblico. Lo meritava.
Shari, voto 5
Non riesce a spiccare Shari, se non con Salmo vicino, ed è un vero peccato. Certo era il palco più difficile per farlo, ma l’importante è stato rompere il ghiaccio con questo palco, in attesa di calcarne altri altrettanto prestigiosi, perché arriveranno.
Gianluca Grignani, voto 7
Lo sa anche lui che il fisico bestiale prima o poi cede e che le performance ne risentono, piaccia o meno, ma in ogni caso Gianluca Grignani ha dato tutto a questo Festival e tutto si è preso. Ha scambiato le emozioni più intime con l’affetto smisurato del pubblico. Cover scaccia cover e con Arisa rimedia al flop del 2022 al fianco di Irama.