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Sanremo 2022: le pagelle conclusive del Festival

I voti ai 25 cantanti al termine della gara

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Festival di Sanremo 2022 pagelle

Tiriamo le somme sulla 72esima edizione del Festival di Sanremo

Si è appena conclusa la 72esima edizione del Festival di Sanremo 2022, con la vittoria di Mahmood e Blanco, che hanno trionfato nell’ultima sessione di voto su Elisa e Gianni Morandi. La terza gara della canzone italiana diretta da Amadeus ha decretato dunque la sua classifica, stilata grazie al voto delle tre giurie, quella della sala stampa, la Demoscopica 1000 e il pubblico da casa. Dopo le 5 serate di Festival, ecco le nostre pagelle complessive del Festival di Sanremo 2022.

Sanremo 2022: le pagelle dei 25 cantanti in gara

Matteo Romano, VOTO 7,5: il giovanissimo cantante, proveniente da Sanremo Giovani, era all’esordio al Festival, ma nonostante questo non ha mostrato timori reverenziali. Viso pulito, altrettanto la voce, zero arroganza. Coraggioso a cantare Elton John durante la serata cover, ne sentiremo parlare a lungo.

Giusy Ferreri, VOTO 5,5: un ritorno sul palco dell’Ariston sotto le aspettative. La voce non esplode mai sul palco, nessun picco emozionale degno di nota. Voleva divertirsi, ha dichiarato prima dell’inizio del Festival, ma non sembra averlo fatto particolarmente. Il destino di Miele in radio sarà per sua fortuna ben più radioso.

Rkomi, VOTO 6,5: una delle voci più alternative della selezione big, ma Rkomi si è fatto notare più per gli addominali che per la sua Insuperabile. Il brano poteva avere ambizioni di classifica ben maggiori, ma le prestazioni sul palco sono state ben distanti da quei 180mila giri cantanti da Mirko. Non è il suo palco, lo sa e per questo non se la prende.

Iva Zanicchi, VOTO 7: la donna che più volte ha trionfato al Festival ha mostrato di che pasta è fatta alle generazioni che l’hanno conosciuta più come opinionista che come cantante. Una voce invidiabile da molte colleghe che all’anagrafe potrebbero esserne le nipoti, Iva ha omaggiato il Festival, che ha ricambiato con grande affetto.

Aka 7even, VOTO 6,5: Il suo Festival è andato in crescendo, abbandonata la tremarella da Ariston ha mostrato che Perfetta così i muscoli li ha. Il suo successo per fortuna non dipenderà da questa partecipazione a Sanremo.

Massimo Ranieri, VOTO 7: un ritorno al Festival tra i più attesi, una delle voci più amate d’Italia, un artista completo. Le premesse per un grande Sanremo 2022 c’erano tutte e la somma dopo 5 serate è positiva: il premio Mia Martini è un’importante riconoscimento che Massimo Ranieri porta a casa, nonostante le esibizioni non abbiano reso completamente merito ad un testo e ad una musica ottimi.

Noemi, VOTO 6,5: normale. Con una voce come la sua la normalità staziona ad un livello molto alto, ma non sufficiente per lasciare un segno indelebile su questo Festival 2022. La collaborazione con Mahmood che prometteva fuoco e fiamme si è rivelata essere una strada più dissestata del previsto.

Fabrizio Moro, VOTO 6: stesso discorso fatto per Noemi, con l’aggravante che la grinta mostrata dalla collega a Fabrizio è sembrata mancare. Anche sottotono resta uno dei più grandi della musica italiana e ottiene la sufficienza, ma non di più.

Dargen D’Amico, VOTO 8: fuori dagli schemi, fuori dalle regole, canta, balla e parla, anche sopra ad Amadeus. La nota di colore più accesa del Festival di Sanremo 2022, ma anche una canzone tra le più apprezzabili. Da ascoltare a tutto volume.

Elisa, VOTO 9: voce che non ha bisogno di essere descritta. La canzone è bella, Elisa la canta egregiamente e il suo ritorno all’Ariston non delude nemmeno per un po’ le aspettative dei fan e non solo. Tra le cover a più alto tasso artistico della serata di venerdì, ha vissuto un Festival in cima alla classifica dal primo giorno, com’era prevedibile.

Irama, VOTO 7,5: il punteggio si abbassa per colpe non sue. La cover cantata in compagnia di Gianluca Grignani ha lo stesso effetto su Irama del Covid nel 2021. Una gara azzoppata, bravo lui a non farne un dramma e ad avere fiducia nella sua canzone.

Michele Bravi, VOTO 7: slanciato, appariscente, con una delle voci più emozionanti del gruppo. Michele fa il Bravi, mostra il suo talento e ben figura. Non è per tutti, ma è ciò che lo rende così dannatamente interessante.

La rappresentante di lista, VOTO 7: l’entusiasmo e l’adrenalina della prima esibizione si spengono di serata in serata. Il gruppo di amici radunati per la cover del venerdì non sembra aver ripagato lo sforzo. Con colleghi da battere così bravi potrebbe essere costato caro.

Emma, VOTO 6,5: un Festival da montagna russa non particolarmente emozionante. Alti non vertiginosi, discese senza precipitazioni, per una generale mediocrità che ad Emma non si addice proprio. La canzone avrà una lunga vita radiofonica, ma per i premi non c’è abbastanza cazzimma.

Mahmood e Blanco, VOTO 10: canzone da record di streaming dopo sole 36 ore dalla prima esibizione sul palco dell’Ariston. Mahmood e Blanco sono una coppia assortita perfettamente, per stile, per carattere e soprattutto per abilità canore. Non sfigurano nemmeno su una cover che poteva giocare brutti scherzi. Sono il presente ed il futuro più radioso dell’Italia musicale. E poi, hanno vinto.

Highsnob e Hu, VOTO 6,5: Abbi cura di te si fa notare ben più dei look “aggressivi” dei due ragazzi all’esordio al Festival. Un testo tra i più belli in gara, interpretazioni senza sbavature eccessive, ma qualcosa è andato storto, anche se non è ben chiaro cosa.

Sangiovanni, VOTO 7,5: ha la giusta spavalderia da teenager e un sorriso gentile e sincero che accompagna tutte le sue esibizioni. Il travaglio raccontato da Farfalle è reale e questo arriva al pubblico, ma la sua era una faccenda personale. Questo non gli ha consentito ambizioni di vittoria, ma probabilmente è servito a conservare intatto il suo talento creativo.

Gianni Morandi, VOTO 9: fa un Festival a parte, fatto di entusiasmo e di gioia invidiabili. Balla, si esalta sul palco con Jovanotti, porta a casa il premio della serata cover, rompe le scatole tra le primissime posizioni e si fa amare incondizionatamente dal pubblico. Un podio storico.

Ditonellapiaga e Rettore, VOTO 7: chi-chi-chi-chi se lo sarebbe aspettato che l’esordiente Ditonellapiaga avrebbe calcato l’Ariston con tale carattere? Rettore si dimostra compagna di viaggio eccezionale, personal trainer attento ad intervenire se il peso del palco si fa arduo da sostenere, ma mai invadente da togliere la soddisfazione per il superamento della fatica dell’esercizio.

Yuman, VOTO 6: la voce è di quelle importanti, ha bisogno però di maturità. Poteva osare di più sotto tanti punti di vista, ma all’esordio è comprensibile che abbia voluto tastare il terreno prima di azzardare. Il problema è che Sanremo era, come dice la sua canzone, ora e qui.

Achille Lauro, VOTO 6: dai suoi occhi la platea dell’Ariston deve essere sembrata quella del 2021. Canta e crea immagini come gli suggerisce il cuore, anche se non risulta sempre comprensibile e la sensazione è che voglia più che altro ragionare artisticamente su se stesso ad ogni apparizione all’Ariston. Dolce il gesto dedicato a Loredana Berté.

Ana Mena, VOTO 5: la cantante in gara di cui ci si dimentica più facilmente. Una canzone la sua che non ha vere ambizioni festivaliere, ma che visto il livello delle canzoni rivali avrà vita dura anche in radio, almeno nel breve periodo. Per l’estate il discorso cambierà, ma bisognerà attendere i tempi del Cuba Libre.

Tananai, VOTO 5,5: era legittimo aspettarsi di più vista la concessione di Amadeus ad allargare la rosa dei giovani ammessi tra i big in gara al Festival. Un esordio che si farà ricordare soprattutto per l’omaggio a Raffella Carrà durante la serata cover. Non tanto per il come, quanto per il perché.

Giovanni Truppi, VOTO 7: la sua è stata una partecipazione di “protesta”, molto più dei “fottitene e balla” o dello sbattersene totalmente delle suore o del “con il culo, ciao ciao”. Un’altra musica c’è, esistono generi che possono e forse devono trovare maggiore spazio nelle selezioni sanremesi, lui lo dimostra. La peculiarità truppiana forse sfiducia lo stesso Giovanni sul grado di comprensione dell’ampio pubblico, ma ha lasciato un segno.

Le Vibrazioni, VOTO 6,5: sono quelli della notte, la zona Cesarini a Sanremo prende il loro nome visto che cantano quasi sempre quando l’occhio sta per cedere alla tentazione di chiudersi per il sonno. Fanno di tutto per impedire che ciò avvenga, ma nonostante l’impegno il risultato finale non cambia, la classifica piange.

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