TV e SPETTACOLO
Sandra e Raimondo: così si scherzava in tv su temi sociali
Tanti volti noti per ridere delle disgrazie quotidiane degli anni ’70
Da C’è poco da ridere a Sai che ti dico?: Sandra e Raimondo, tra serietà e scherzo
Nei mesi di gennaio e febbraio del 1972, l’appuntamento del sabato sera in tv sul Programma Nazionale (oggi Rai1) era con uno spettacolo di varietà in cui Sandra Mondaini e Raimondo Vianello prendevano spunto per le loro scenette da tematiche spesso scottanti e perennemente attuali. Dall’ecologia alla tecnologia, dall’emancipazione femminile alle nevrosi quotidiane, dal tempo libero alla protesta, per poi concludere con uno sguardo verso il futuro. Questi gli argomenti scelti da Raimondo Vianello e dal coautore fiorentino Giulio Scarnicci per i testi delle 7 puntate, della durata di 1 ora e 10 minuti ciascuna, di questo spettacolo. Originariamente il titolo, viste le tematiche non così leggere, era C’è poco da ridere, ma fu poi cambiato in Sai che ti dico?.
Non solo Sandra e Raimondo ma anche Iva, Minnie e Gilbert
I protagonisti di Sai che ti dico? vennero sapientemente amalgamati in modo da dare un ritmo il più dinamico possibile alle 7 serate. Naturalmente Sandra Mondaini e Raimondo Vianello animavano la parte principale, quella della comicità propriamente detta. Il tema della singola puntata del varietà era focalizzato soprattutto in un dialogo semiserio sostenuto da Vianello e Agus (talvolta rimpiazzato dalla Mondaini stessa), i quali impersonavano due persone qualsiasi che, incontrandosi sulla panchina di un giardino pubblico, dicevano la loro, non senza l’ironia del caso.
Iva Zanicchi aveva il suo spazio come cantante e Virginia Minoprio detta “Minnie” si produceva in brillanti e allegri balletti a fianco di Don Lurio. Il sottofinale era invece riservato all’illustre chansonnier francese Gilbert Becaud, il quale teneva un concertino di una decina di minuti in cui riproponeva i successi di un tempo come Et maintenant.
Qualche ospite a sorpresa: la Carrà, Pippo Baudo e Bongusto
Iva Zanicchi e Minnie Minoprio partecipavano talvolta a qualche scenetta rivelando un talento comico fino a quel momento quasi insospettabile. A questo proposito ricordiamo ad esempio “l’Aquila di Ligonchio” nei panni della moglie di Vianello nonché madre di una Mondaini travestita da bebè affamata delle tagliatelle reclamizzate in televisione. O ancora Zanicchi e Minoprio assieme, invitate nella casetta di campagna di Sandra e Raimondo a gustare le frittatine preparate dalla stessa Mondaini.
E poi c’erano gli ospiti a sorpresa: un cameo di Raffaella Carrà nei panni di Maga Maghella, la piccola astrologa lanciata in Canzonissima 1971 e qui invece defenestrata in modo spietato da un “perfido” Vianello, oppure un insolitamente baffuto Pippo Baudo che si beccava una torta in faccia da un giovane contestatore (ovviamente interpretato da un attore) alla fine della puntata dedicata alla protesta. In un’altra occasione, invece, Minnie Minoprio e Fred Bongusto si scambiavano i ruoli nell’interpretare la canzone Quando mi dici così, sigla del tele-varietà di Falqui dell’anno precedente.
La sigla finale: Vianello… sempre nei pasticci
Come ormai consuetudine, anche in occasione di Sai che ti dico? Raimondo Vianello volle ideare una sigla di chiusura filmata, basata su una storia ben precisa dalla conclusione comico-grottesca. Di fronte a questa scelta, Antonello Falqui preferì dissociarsi e affidò la regia dei titoli di coda al collega Antonio Moretti. La trama di questo videoclip in 7 parti, con in sottofondo la canzone Ma che amore! interpretata da Iva Zanicchi, era incentrata su un Raimondo Vianello vestito da tedoforo impegnato nel percorso della fiaccola olimpica.
Ciascuna delle prime 6 situazioni si concludeva con tragicomici incidenti che rallentavano il cammino dell’atleta, mentre nell’ultima puntata, naturalmente, c’era il momento supremo dell’accensione della fiamma nel braciere installato nello stadio, che si risolveva inevitabilmente con il sacro fuoco di Olimpia che ardeva… Nel punto sbagliato, provocando il fuggi fuggi generale del pubblico, decisissimo a prendere a scappellotti il malcapitato e imbranato tedoforo, a propria volta costretto a darsela a gambe.
Pubblico e critica non proprio unanimi su Sandra e Raimondo
Sai che ti dico?, in onda dall’8 gennaio al 19 febbraio 1972, ebbe ottimi indici di ascolto, ma ricordiamo che allora faceva la differenza l’indice di gradimento. Ossia: il giudizio dei telespettatori sulla reale qualità del programma trasmesso… e in effetti il risultato fu meno lusinghiero del previsto. Certo, lo spettacolo non fu affatto un fiasco, ma non tutti seppero gradire questa forma di satira sociale, sia pur disimpegnata, proposta dalla coppia Mondaini-Vianello, oltre a ritenere dispersivi gli interventi degli altri protagonisti. In particolare, il pubblico si aspettava di più da Minnie Minoprio, la quale da allora non riuscì più a ripetersi dopo il trionfo ottenuto come ragazza-sigla nel ’71, venendo dapprima relegata in spettacoli minori e infine quasi abbandonata dalla tv.
A cura di Cesare Borromenti