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Rita Pavone sul fratello: “Quando si è ammalato ho lasciato tutto”

“Perderlo è stato un grandissimo dolore”

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Rita Pavone

La cantante ha raccontato come il successo ha stravolto la vita della sua intera famiglia

Rita Pavone è stata ospite speciale di Verissimo, la cui conduttrice, Silvia Toffanin, ha voluto omaggiarla per i suoi 60 anni di carriera. La cantante e attrice torinese ha ripercorso la sua vita, soffermandosi anche sull’infanzia, vissuta molto lontana dagli sfarzi e dal lusso. Una volta raggiunto il successo, però, l’improvvisa tranquillità economica ha portato a grossi cambiamenti per tutta la sua famiglia. Ecco il racconto di Rita Pavone.

Rita Pavone: “Dormivamo tutti nella stessa stanza”

“Eravamo in 6 in una stanza – ha esordito Rita Pavone – dormivo in un corridoio davanti al bagno. Era una povertà dignitosa, ogni tanto qualcuno bussava per portarci via qualche mobile che serviva altrove, era dura ma abbiamo sempre vissuto con tranquillità, guardando al futuro. Prima di diventare una vera e propria icona nazionale, ha lavorato in una camiceria: “È stata un’esperienza importante perché stiro ancora benissimo le camice, come fossero uscite da un negozio, ma anche un’esperienza di vita perché sentivo che quel poco che portavo a casa serviva, magari era 1 kg di pane soltanto, ma per me era un contributo importante.

Il rapporto di Rita con il fratello

Con il successo, i genitori videro stravolgersi la propria vita e a fare le spese di questo fu il fratello di Rita Pavone. La cantante ha ammesso che la madre e il padre non riuscirono a essere presenti per entrambi e che il fratello prese anche il vizio del gioco. Una volta cresciuti entrambi, Rita provò a dargli ciò che non poté in passato, riuscendoci solamente in un momento estremamente doloroso e difficile.

“Aveva un problema al cervello che nessuno aveva scoperto prima”

Questo il seguito del racconto Rita Pavone: “Quando si è ammalato io ho lasciato tutto perché non l’ho potuto fare da ragazzina e l’ho fatto adesso. Aveva un problema al cervello che nessuno aveva scoperto prima. Ad un certo punto ha avuto due settimane in cui era pieno di vita, e poi improvvisamente si è sentito male e lui ha detto di chiamare me, è stata la cosa più bella perché ci teneva a me. Ora è sepolto a Como e vado a trovarlo spesso e volentieri, gli parlo ed è bello farlo, il fatto che ha voluto me tra tutti significa che ci teneva molto. Perderlo è stato un grandissimo dolore”.

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