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TV e SPETTACOLO

Raffaella Carrà, le regole indigeste di Pippo Baudo per Sanremo 2001

Quei “10 comandamenti” che dispiacquero alla Carrà ma di cui non si lamentò mai

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La morte di Raffaella Carrà ha segnato il lutto nel mondo dello spettacolo, lasciando un vuoto incolmabile. Quest’oggi a Roma i funerali del mostro sacro del piccolo schermo ma da giorni nei salotti televisivi così come nei bar, in casa, non si parla d’altro se non dell’immensità della Carrà e di quella che ad oggi non si può definire in altri termini se non come la sua generosa eredità intellettuale.

Ricordata dagli amici, dai colleghi, dal pubblico, dai conoscenti e anche dagli sconosciuti: tutti parlano di Raffaella. Qualcuno sembra però “parlare troppo” o cadere nel cliché di un ricordo a tutti i costi. A lamentarsi di alcune “falsità” postume alla morte della Carrà è un suo intimo amico nonché collaboratore, Angelo Perrone.

Raffaella Carrà: la sfilata dei ricordi non sempre è opportuna

Tutti ricordano Raffaella Carrà, tutti le dedicano fotografie e parole ma qualcuno esagera. A lamentarsi di una sorta di “sciacallaggio della sua memoria”, è un intimo amico della Carrà , Angelo Perrone. Rilasciando alcune dichiarazioni a La Presse, il press agent e suo amico da sempre per la quale fu anche ufficio stampa, sembra sfogare un po’ di delusione:

“Da due giorni vedo e sento cose inesatte sul suo conto. Parlano persone che l’hanno conosciuta lontanamente o che non l’hanno conosciuta proprio”.

Il diktat di Pippo Baudo prima di Sanremo 2001

Sempre a La Presse, continua poi l’agente: “Non le farebbe piacere. E poi sento falsità. Come chi dice, come Giancarlo Magalli, che accettò ‘Pronto, Raffaella?’ perché era in un momento di affanno della sua carriera: ma se veniva dal successo di Fantastico 3! E poi quello viene sempre ricordato come ‘il programma dei fagioli’, ma per lei segnò il passaggio dal sabato sera al mezzogiorno e la sua nuova veste di intervistatrice con ospiti importanti come Pertini e Madre Teresa di Calcutta. Credo le avrebbe fatto più piacere che lo citassero per questo“. Anche le parole spese da Pippo Baudo sembrano poi non raccogliere il totale consenso da parte di Perrone: “Dice che il suo rammarico è non aver lavorato con lei, ma lei non lo avrebbe mai voluto per rispetto per Corrado. Non avrebbe mai lavorato con lui“. Poi un ricordo personale che ricorda proprio Baudo:

“Ricordo che prima del Sanremo del 2001 Baudo scrisse una lettera sul Corriere dandole i 10 comandamenti per condurre il Festival. Lei si dispiacque, ma non replicò. Era il suo modo”.

Sempre parlando del Festival di Sanremo 2001, condotto dalla Carrà, in un’altra intervista rilasciata però a Il Giornale, Perrone: “Stanno parlando di lei persone che non l’hanno minimamente conosciuta, solo per andare nei salotti televisivi. Vengono dette cose inesatte. Sotto suggerimento di Clemente J. Mimun, ora direttore del Tg5, Raffaella mi prese per farle da ufficio stampa per il Festival di Sanremo da lei condotto nel 2001“. Ed è Perrone a svelare un retroscena su cui si sta a vario titolo sorvolando:

“È stato detto che non fu un successo, ma nessuno sa invece che lei fu chiamata all’ultimo momento dalla Rai, e per dovere nei confronti dell’azienda accettò senza mettere bocca sul cast artistico né tantomeno sugli ospiti, perché era già stato tutto deciso e precotto”.

Ci rimase male quando il Sig. Pippo Baudo le fece il diktat dei 10 comandamenti da seguire a Sanremo. Come se lei fosse una principiante” ha poi ribadito Perrone.

Raffaella Carrà: i grandi amici non deludono nemmeno nel silenzio

C’è tristezza poi nelle parole di Perrone passando in rassegna una lunga lista di personalità del mondo dello spettacolo che in questi giorni hanno sfilato per i salotti televisivi in nome del ricordo della Carrà senza ragione. “Non le piaceva questo ambiente. Anche quando la invitavano, per esempio a ‘I migliori anni’, lei mi diceva: ‘Ma che ci vado a fare? Mica sono morta“. Silenziosa e umile in vita così come in morte, l’amico intimo della Carrà apprezza chi pur avendo ricordi e motivi per parlare di lei ha voluto tacere: “Ho apprezzato il silenzio di Mina e Loretta Goggi“, includendo nella lista i grandi amici della Carrà come Malgioglio, Renato Zero, Antonello Venditti e ancora Mollica, Arbore, Roberto Alessi.

Perrone: “Un suo grande rammarico

Oggi i funerali dell’icona della tv e Perrone auspica che presto la Rai possa omaggiarla a dovere: “Io mi aspetto che il direttore di Rai1 Stefano Coletta, che è sensibile e intelligente, dopo aver mandato in onda delle belle repliche ora si inventi una prima serata dedicata a lei. Poi, sempre da parte della Rai, mi piacerebbe le intitolassero la sede di via Teulada, è un’idea che abbiamo avuto insieme io e Cristiano Malgioglio“. In ultimo, un appunto riguardo un dispiacere che la Carrà non aveva mai manifestato: “Un suo grande rammarico era non avere mai ricevuto un’onorificenza dall’Italia, per esempio come Cavaliere del lavoro dopo anni e anni di carriera. Lei si dispiaceva, ma non ha mai detto nulla“.

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