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Porto Cervo, scontrini folli: 60 euro per 2 caffè, la denuncia

La folle estate: scontrini da bollino rosso

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Dai 2 euro per un piattino in più ai 2 euro per un toast tagliato a metà

Se non è questa l’estate dei pazzi, è sicuramente l’estate dei furbi: continuano a venire a galla testimonianze e denunce che portano l’attenzione dei lettori su scontrini improbabili, sovrapprezzi senza senso e l’ultima occasione è il conto presentato a due turisti per due caffè con vista mare a Porto Cervo.

Quest’estate è da dire che si fatica quasi a raccogliere tutte le disavventure dei turisti che in Italia si sono imbattuti in scontrini che hanno dell’assurdo. Solo per richiamare i casi più eclatanti venuti alla luce in questi ultimi giorni, partiamo dal celebre “piatto in condivisione”. Teatro dell’assurdità qui era la Liguria, precisamente un’osteria di Finalborgo che sul conto ha aggiunto ben 2 euro in più per un piattino. Un piattino, da specificare, vuoto. La coppia di turisti aveva chiesto di poter avere un piattino in più in cui poter servire parte delle loro trofie al pesto alla figlia, una bimba.

Scontrini da incubo: 60 euro per 2 caffè a Porto Cervo, ma solo l’ultima disavventura

Ma come dicevamo, prima ancora di questo caso ha fatto scalpore lo scontrino con la maggiorazione di 2 euro. Il motivo? Questa volta il turista aveva semplicemente chiesto in un bar a Como se il suo toast poteva essere tagliato a metà. Veniamo ora a Porto Cervo, l’ultima follia battuta in cassa. A raccontare e denunciare l’accaduto questa volta sono due turisti romani in Sardegna per le vacanze estive.

Consapevoli di trovarsi in una meta notoriamente costosa e per di più in un bar di lusso, i due turisti non avrebbero comunque mai immaginato di pagare 60 euro per due caffè espressi e due coppette di cioccolatini. Di fronte allo scontrino i due turisti hanno chiesto spiegazioni al titolare, domandando se c’era stato per caso qualche errore. Nessun errore invece: “La giustificazione è stata che non si tratta di un semplice caffè ma di un’esperienza“, hanno spiegato al Corriere.

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