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TV e SPETTACOLO

Pomeriggio Cinque, non è tornato, è proprio nuovo. E ora lo conduce Zia Barbara d’Urso

Più seria, molto più fredda e distaccata, forzatamente meno d’Urso e più Barbara, affettuosa più come una zia

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Barbara d’Urso sta sola al centro dello studio,
assediata da videowall:
ed è subito seria.

Nessun caffeuccio, nessuna poltroncina ed è scomparsa anche la classica sigla, quella che non solo annunciava il suo trionfale arrivo in studio ma che per tutti noi, che preferivamo un mondo dove l’unica dose era quella della “d’Urso quotidiana” e non quella di un vaccino per scampare ad una pandemia, indicava l’arrivo delle 17.15.

La tipica sensazione da “cuore leggero” ma anche di “cuor del pomeriggio”, d’animo predisposto a lasciarsi sorprendere dalla “puntata delle puntate” o anche solo a farsi accompagnare sul far della sera con qualche chiacchiera di quelle che non devono essere sempre e necessariamente edificanti. Che se ne dica, non ci si sveglia ogni mattina con la voglia di cambiare il mondo né di addentrarsi in analisi e discussioni sui principi della fenomenologia filosofica di Husserl e talvolta si può avere semplicemente voglia di Barbara d’Urso, di compagnia, di una figura materna che a volte sbaglia, a volte esagera, a volte perde del tutto il lume della ragione, ma che tante altre volte colma un vuoto, il vuoto, con una positività asettica seppur contagiosa. Quella positività che ti fa dimenticare o che semplicemente ti porta altrove, in un mondo dove l’unico problema è sapere se Mark Caltagirone esiste.

Bella uguale, ma più seria: chi è Zia Barbara d’Urso

Ogni tanto, con tanto occhio critico e capacità di riflessione, faceva bene tornare a casa e tornare da mamma Barbara d’Urso, una mamma che a volte ti mette in imbarazzo ma che con i suoi modi un po’ goffi, un po’ eccentrici, sensazionalistici e bonari rende tutto un po’ più bello. Quella figura materna non c’è più e sfumano con lei i ricordi dell’arredo di casa sua, del suo salotto con le poltroncine, le cartelline con le sue iniziali, i suoi amici opinionisti, le buste shock diventate ormai un comune “ricordo d’infanzia”. Mamma Barbara non c’è più e al suo posto, a prendere in mano l’informazione di Mediaset, è arrivata la Zia. Zia Barbara, bella uguale, ma pur sempre una zia: una persona molto seria, contenuta, molto fredda e distante, una zia che di lavoro fa la conduttrice e niente più. D’altronde: “Mamma Barbara non si sarebbe mai messa dei pantaloni neri per la prima puntata di Pomeriggio Cinque“.

Zia Barbara è brava, bravissima, puntuale e impeccabile, una vera padrona di casa che ha fatto forse un solo errore: mantenere lo stesso nome e godere della fama del Pomeriggio Cinque della sorella. La prossima volta raccontateci che andrà in onda una nuova trasmissione, un Quasi sera Cinque, Un po’ di serietà per 70 minuti, qualcosa che si plasmi su questo contenitore freddo, metallico, stridente, forzatamente impegnato e serio con tanto di rimando al tricolore, come a dire “hop hop serietà!”.

Insomma, parlare ora forse è azzardato ma a giudicare da quanto visto sinora sembra sia possibile ipotizzare la fine di un’era, la fine di un momento in cui nel nostro narcisistico ritenerci forzatamente diversi gli uni dagli altri abbiamo unanimemente accettato di essere tutti figli di Alan Sorrenti e di Barbara d’Urso.

Se Mediaset non vuole fare a meno di Pomeriggio Cinque allora ci ridia Barbara d’Urso.

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