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Policrisi: il significato di una parola che sentiremo sempre di più

Policrisi, una parola molto più brutta di quanto non sembri

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Policrisi: una parola che (purtroppo) si sentirà sempre più spesso

Il periodo storico che il mondo intero sta vivendo non è certamente dei più tranquilli: la pandemia, le guerre, i cambiamenti climatici, le catastrofi naturali sono cose reali, tangibili, che portano a danni talvolta irreparabili. Per di più, quando una serie di crisi di vario genere accade contemporaneamente, i risultati sono ancora peggiori. Il termine che definisce la simultanea compresenza di crisi si chiama “policrisi” e dobbiamo abituarci, perché se ne sentirà parlare sempre più spesso.

Policrisi: che cos’è e perché è una parola che bisogna imparare a conoscere

Con “policisi”, da dizionario Treccani, si intende una “crisi che coinvolge più aspetti o questioni“. Questo fa sì che, se avvengono insieme più crisi di diverso tipo, il risultato distruttivo che ne deriva è maggiore della semplice somma delle sue parti. Pensiamo ai recenti terremoti in Turchia e Siria. Un terremoto è già di per sé una tragedia indicibile, ma ancor più se avviene in periodo di crisi post-pandemica e nel bel mezzo di una guerra, quindi quando gli aiuti umanitari hanno difficoltà a raggiungere altri luoghi. Per non parlare della Siria, luogo nel quale gli aiuti umanitari faticano ad arrivare anche a causa del regime di Assad che non viene riconosciuto dalle istituzioni, rendendo difficile l’apertura di corridoi sicuri che portino aiuti alle popolazioni colpite. Questo è solo esempio di alcune delle crisi che si stanno consumando oggigiorno sul nostro Pianeta.

Adam Tooze: “Siamo abituati a questi shock”

Pandemia, siccità, allagamenti, mega tempeste e incendi, minacce di una terza guerra mondiale: ci siamo rapidamente abituati a questi shock“: così comincia il commento dell’economista Adam Tooze sul Financial Times a proposito della policrisi che la popolazione mondiale sta vivendo. Continua poi scrivendo: “Al punto che, occasionalmente, vale la pena fare un passo indietro e considerare la stranezza della nostra situazione“. Questo è uno buono spunto su cui riflettere: solo perché siamo abituati alla policrisi che stiamo vivendo, non significa che sia giusto o normale.

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