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Cinema e Teatro

Perché Robert Downey Jr. ha accettato il remake de La donna che visse due volte

C’è un particolare che lega Downey Jr. al protagonista Scottie

Avatar di Tecla Chiomio

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Robert Downey Jr 1

La donna che visse due volte, in preparazione il remake: Robert Downey Jr. sarà il protagonista

La donna che visse due volte, uno dei grandi capolavori del maestro del cinema Alfred Hitchcock, sta per tornare al cinema con un remake in salsa moderna. A prendere il posto di James Stewart nei panni di John Ferguson sarà un attore molto chiacchierato ultimamente per la sua presenza nel cast di Oppenheimer: Robert Downey Jr.. L’attore americano ha spiegato il motivo per il quale ha accettato non solo di recitare nel remake de La donna che visse due volte, ma di esserne anche produttore.

La donna che visse due volte: la trama

Vertigo, il titolo originale del film del 1958, narra le vicende dell’avvocato e poliziotto John Ferguson alle prese con un inseguimento sui tetti dei grattacieli di San Francisco. John, detto Scottie per gli amici, rischia la caduta ma è salvato da un collega, il quale però non si salva e precipita nel vuoto. Dopo l’avvenimento, Scottie è così scosso da sviluppare una grave forma di acrofobia, la paura delle altezze.

Acrofobia: Robert Downey Jr. come Scottie Ferguson

È proprio l’acrofobia il tratto che unisce l’attore Robert Downey Jr. al personaggio di Scottie ne La donna che visse due volte. Ai microfoni del New York Times, Downey Jr. ha parlato di questo legame e di come si sia rivelato fondamentale nella scelta di prendere parte a questo progetto cinematografico, al momento ancora orfano di regista: “Mi è già capitato di arrampicarmi su roccia e di rimanere bloccato in un momento di panico“. Continua: “Se non fosse stato per l’imbarazzo, avrei chiesto di essere sollevato da quella roccia. Ho perso la fiducia nel mio posizionamento, il dislivello era troppo alto e il mio corpo ha reagito. Non è stato un combattimento o una fuga, è stato un congelamento“.

Per Robert Downey Jr. questa esperienza si è rivelata molto incisiva, al punto tale da volerla analizzare attraverso un film: “Non lo dimenticherò mai. Questa cosa mi ha fatto pensare che ci sono dispositivi cinematografici che non sono ancora stati utilizzati appieno. Credo possano essere divertenti per cercare di esprimere l’essere psicologicamente sciocchi per la paura di qualcosa che dovrebbe essere gestibile“.

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