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MUSICA

Perché gli esuli cubani stanno distruggendo i dischi di Laura Pausini?

Le accuse nascono da una foto del 2018

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Tensione a Miami, dove la comunità cubana in esilio ha deciso di manifestare contro la cantante in maniera plateale

Cosa c’entra Laura Pausini con gli esuli cubani e i rulli compressori utilizzati per distruggere i suoi dischi? La protesta emersa in queste ore e che riguarda la cantante stupisce per due motivi: ribadisce la fama, già nota, di Laura in tutto il mondo, ma la riveste di connotazioni esterne alla sua attività musicale, e sottolinea come sia ancora viva una “questione cubana” che a molti poteva parer sopita. Ricostruiamo insieme cosa è successo.

“Comunista e filocastrista, Laura Pausini via da Miami”

Il 21 maggio si è svolta una protesta che ha fatto il giro del mondo grazie alla pagina Instagram iconografieXXI e all’agenzia spagnola EFE che ha ripreso la notizia. La manifestazione organizzata da Virgilia Mombisa si è tenuta nel quartiere Little Havana di Miami, zona in cui hanno trovato residenza negli anni numerosi esuli cubani.

A Little Havana i cd della cantante finiscono sotto il rullo compressore

Proprio a Miami, Laura Pausini avrebbe dovuto esibirsi. A causa della positività al Covid, però, la cantante ha dovuto rinunciare al concerto Amor a la musica. La sua presenza, anche se mancata all’ultimo momento, ha spinto la comunità cubana in esilio in Florida a protestare contro la conduttrice dell’ultimo Eurovision Song Contest.

Tutto per colpa di una foto

Causa scatenante è stata una fotografia, risalente al 2018, che ritrae Laura Pausini al fianco di persone individuate come facenti parte della squadra di forze speciali di controspionaggio cubano, istituita da Fidel Castro. La posa felice della cantante e la compresenza nello “scatto” con coloro che secondo la comunità esule cubana reprimono il dissenso verso il governo filocomunista di Miguel Diaz-Canel, sono bastati per scatenare la rabbia verso l’artista.

Ed è così che alcuni cd di Laura Pausini sono stati disposti in strada per essere macerati con un rullo compressore, tra urla, insulti, accuse di “filocomunismo” e “castrismo”, cartelli denigratori e inviti a non mettere più piede a Miami.

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