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Paola Egonu a cuore aperto: “La vita era uno schifo. Io mi sentivo uno schifo”
Il dolore di Paola Egonu: la confessione prima del Festival di Sanremo 2023
Paola Egonu a cuore aperto prima del Festival di Sanremo 2023
Sono dichiarazioni molto forti quelle rilasciate da Paola Egonu poco prima del Festival di Sanremo 2023 dove è attesa come co-conduttrice: un’intervista a cuore aperto quella a Vanity Fair durante la quale si è lasciata andare ad importanti considerazioni soprattutto sulla sua infanzia e sul razzismo subito.
Paola Egonu e il razzismo subito sin dall’infanzia
Era ed è razzismo quello subito da Paola Egonu, la celebre pallavolista italiana. Una pallavolista che tutto il mondo invidia all’Italia. La sportiva sarà una delle co-conduttrici all’Ariston per il Festival di Sanremo 2023, e se si pensa che la sua sarà “la quota sportiva”, un po’ si sbaglia. Al Festival la Egonu vuole arrivare e parlare di sensibilità, di empatia verso l’altro e soprattutto verso il diverso. Un diverso che ha sentito come aggettivo pesare sulla sua pelle. “Ci hanno insegnato a non mettere mai le mani dentro la borsa dentro un negozio per evitare di essere accusati di furto – ha raccontato la Egonu – Ancora oggi, se ho il cellulare in tasca e devo mandare un messaggio, aspetto di uscire“.
Da sportiva di medaglie ne ha collezionate parecchie e anche tra le più importanti, ma non si può dimenticare di essere prima di tutto una ragazza di 24 anni. Una ragazza che, come descrive, è consapevole dello sforzo che richiede essere Paola Egonu: “So solo che ho 24 anni e che della vita mi sto perdendo momenti preziosi, con la famiglia, con gli amici. Non sono neanche potuta andare al funerale di mio nonno perché ero alle Olimpiadi – ha confessato – Sacrifico tutto. E spesso, non viene apprezzato“.
Il dolore del passato ma sfiducia nel futuro: “È un mondo di merd*”
Forte la consapevolezza della Egonu che sogna un futuro come psicologa, un punto di riferimento per la salute mentale degli sportivi. Un sopporto per chi soffre e chi ha sofferto proprio come lei. E di sofferenze ce ne sono di tanti tipi: “Sono cresciuta in un contesto in cui lo standard di bellezza supponeva l’essere bianca – ha raccontato la Egonu – Sa, i ragazzini possono essere molto spiacevoli. Io ero sempre la più alta, ero nera, con questi ricci che odiavo“.
Continua poi la futura co-conduttrice: “La vita era uno schifo. Io mi sentivo uno schifo“. Ma non solo il razzismo perché crescendo, quando è arrivato l’amore per una donna, sono arrivate nuove sfide: “Io me ne fregavo, baciavo la mia fidanzata anche in pubblico – ha raccontato – Le reazioni però non sono sempre state gradevoli. Il problema è che la gente non pensa agli affari propri. [..] È un mondo di merd*, me lo lasci dire. Spero che arrivi presto l’Apocalisse“.
Paola Egonu: “Vale la pena far nascere un bambino e condannarlo all’infelicità?”
Pensieri che, inevitabilmente, hanno ripercussioni anche sul suo futuro, un futuro a cui non guarda con positività. Sebbene l’istinto materno ci sia, la paura permane: “Io so già che, se mio figlio sarà di pelle nera, vivrà tutto lo schifo che ho vissuto io. Se dovesse essere di pelle mista, peggio ancora. Lo faranno sentire troppo nero per i bianchi e troppo bianco per i neri. Vale la pena, dunque, far nascere un bambino e condannarlo all’infelicità?”.