Nicolas Cage si racconta: “Ecco perché facevo film di serie B”

Nicolas Cage ha spiegato la sua necessità di fare b-movie, il suo periodo di crisi economica e non solo

Nicolas Cage un tempo aveva parti da Oscar, ma ora la sua presenza nel cast è sinonimo di b-movie o di cinema indipendente, che certo non è sintomo di scarsa qualità, ma non raggiunge quasi mai il pubblico mainstream.

Proprio l’attore ha sentito il bisogno di parlarne. Ha spiegato, in una lunga intervista a GQ, la piega che ha preso la sua carriera da oltre dieci anni. Dopo la morte del padre, dodici anni fa, Cage si è trovato in una profonda crisi, sia economica che spirituale che ha inciso sul suo lavoro.

Nicolas Cage racconta il periodo buio dopo la morte del padre: “Non riuscivo a gestire la cosa”

“Mi sono trovato addosso tutti questi creditori, il fisco, e una spesa di 20.000 dollari al mese per cercare di salvare mia madre da un istituto per malattie mentali, non riuscivo a gestire la cosa. È successo tutto allo stesso momento. […] Quando facevo quattro film all’anno, uno dopo l’altro”.

L’altalena artistica di Nicolas Cage, dagli horror ai thriller drammatici

Alcuni progetti, come l’horror Mindy (2018), hanno funzionato, mentre altri come L’Apprendista Stregone e Ghost Rider non hanno incassato abbastanza. Quindi il telefono, prima sempre squillante per le chiamate da parte degli Studios, ha smesso di suonare.

Cage, dopo alcune avventure cinematografiche poco fortunate, sembra ora intenzionato a staccarsi finalmente dai b-movie realizzati soprattutto per esigenze economiche.

Il suo prossimo film uscirà negli Stati Uniti con titolo di The Unbearable Weight of Massive Talent, una commedia d’azione, dove lui interpreta una versione romanzata di se stesso. Il suo personaggio, Nick Cage, è un attore che accetta per un milione di dollari di partecipare alla festa di compleanno di un suo fan.