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Nathaly Caldonazzo lotta per la salute e scrive a Mattarella: “Potevo finire in sedia a rotelle”

Dopo l’incidente non ha mai smesso di lottare per se stessa e per chi come lei vive le stesse difficoltà

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Nathaly Caldonazzo firma la lettera al Presidente della Repubblica: la lotta per aiutare chi, come lei, è vittima di incidenti stradali

Nathaly Caldonazzo è tra le persone che hanno firmato una lettera inviata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il contenuto della missiva è un invito ad intensificare la discussione pubblica e politica sul tema fondamentale delle difficoltà che vivono molte vittime di incidenti stradali. Negazione di diritti, risarcimenti inadeguati o assenti, Nathaly, che è stata lei stessa coinvolta in un grave sinistro che poteva avere conseguenze devastanti, ha voluto essere in prima linea.

L’incidente, l’operazione e l’impegno sociale

“Confidiamo in Mattarella – ha spiegato l’artista – purtroppo i tempi delle assicurazioni sono biblici. Noi infortunati siamo costretti ad anticipare le spese per le operazioni, la fisioterapia e la riabilitazione”. Un tema complesso e ricco di sfaccettature, che richiede proprio per questo, una presa di posizione.

“Ho una percentuale importante di invalidità”

L’incidente che ha cambiato la vita a Nathaly è avvenuto nel 2018: “Percorrevo il Lungo Tevere in motorino quando improvvisamente una macchina mi ha colpito dopo aver fatto un’inaspettata inversione a U”. Lo schianto poteva esserle fatale e le ha causato danni fisici con i quali fa i conti ancora oggi. Sono stata 6 ore in sala operatoria per l’intervento al ginocchio che era, ed è ancora, fuori uso. Sono rimasta ferma per 6 mesi. Mi hanno riconosciuto una percentuale importante di invalidità. E sono fortunata a non essere finita in carrozzella altrimenti avrei avuto bisogno di un’assistenza per tutto il giorno”.

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