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“Nasce la scuola di principesse”: scoppia la polemica, il caso
Scoppia il caso sui social
“Nasce la scuola di principesse”: scoppia la polemica sui social
Sta facendo parecchio discutere un corso, una “scuola di principesse”, per bambini di età compresa tra i 6 e i 9 anni che si terrà a Milano e che promette di insegnare ai più piccoli a diventare principesse: non si tratta di una fake news ma di un vero e proprio corso di 3 mesi che sta dividendo del tutto l’opinione pubblica.
La scuola che impartisce lezioni di galateo ma anche di camminata sui tacchi
Nasce la scuola di principesse: questo recita il post che sta sponsorizzando l’iniziativa sui social. Si tratterebbe di un vero e proprio corso, il primo in Italia, che si promette di impartire lezioni a bambini, sia maschi che femmine, di età compresa tra i 6 e i 9 anni. Un corso dunque che mira a insegnare ai più piccoli le buone maniere, quelle principesche. “Corso base di galateo, portamento, camminata con i tacchi, bon ton, dizione, trucco e acconciatura“, il tutto dedicati a dei fanciulli che non superano i 10 anni.
Scoppia il caso, l’organizzatrice: “Bambini e bambine possono essere qualsiasi cosa”
Un corso che, poco dopo essere stato annunciato e sponsorizzato, ha immediatamente scatenato critiche e polemiche. “I bambini dai 6 ai 9 anni devono giocare e andare a scuola, non imparare a portare i tacchi“; “Nel 2023 è assurdo“; “Al peggio non c’è mai fine“, questi sono solamente alcuni dei commenti che vanno per la maggiore al di sotto dei post che circolano a riguardo su Facebook.
Di fronte alle polemiche è intervenuta l’organizzatrice del corso, Stefania Vadalà, come riporta Fanpage.it: “Il post non intendeva proporre un corso di educazione per bambine. Non voleva proporre di abbracciare stereotipi di genere e non voleva criticare altre forme di espressione dell’infanzia. Per noi i bambini e le bambine possono essere qualsiasi – fa sapere l’organizzatrice – possono esprimere la loro bellezza attraverso qualunque forma, possono interpretare qualunque personaggio senza che questo etichetti il loro essere“: