Connect with us

MUSICA

Murubutu racconta il nuovo album: viaggio in musica alla scoperta della pioggia | L’intervista

15 canzoni (stupende) in cui a farla da padrona è la pioggia

Avatar di Marco Zoccali

Published

on

png 20220211 195650 0000

Si chiama Storie d’amore con pioggia e altri racconti di rovesci e temporali ed è un viaggio piovoso, ma necessario, per scoprire come il dolore può arricchire

Il primo ricordo che Alessio Mariani (ovvero Murubutu) ha della pioggia è una di quelle fotografie che la nostra mente spesso fa di momenti dal retrogusto un po’ amaro, ma che il tempo poi zucchera, spingendoci a farvi ritorno quando in cerca di sollievo.

È questo il percorso narrativo/emotivo in cui ci guidano le 15 tracce di Storie d’amore con pioggia e altri racconti di rovesci e temporali. L’ultimo lavoro dell’artista reggiano, uscito meno di un mese fa, è l’ennesimo allineamento dei pianeti nell’universo di Murubutu, dove voce, testi e musiche diventano astronave perfetta per viaggiare, con le orecchie, la mente ed il cuore. A raccontarci il lavoro e le emozioni che hanno dato vita all’album è stato proprio il suo autore.

Intervista a Murubutu: pioggia, amore e musica come chiavi per viaggiare nello spazio-tempo

Murubutu concerto

La pioggia è l’elemento dominante di questo disco: che significato ha per te questo elemento?

È un medium narrativo, certo, ma anche una grande metafora per parlare del multiverso e dello spazio-tempo. Soprattutto, è l’evento atmosferico più in grado di dilatare e fermare il tempo.

Che pioggia è quella che permea questo nuovo album?

È una pioggia con tante connotazioni e anche quando porta dolore, porta crescita. È una pioggia che fortifica ed è carica soprattutto di pensieri e di ricordi, quindi arricchisce.

Qual è la prima pioggia che ricordi nella tua vita?

È una pioggia della mia infanzia, quando andavo alle scuole elementari a piedi con mio padre e mia sorella. C’era questa pioggia costante che nei ricordi sembra esserci tutto l’anno.

È un ricordo piacevole o triste?

Di per sé è un ricordo triste, di quella tristezza che però negli anni diventa in qualche modo preziosa, che si lega alla nostalgia e si trasforma in una sensazione piacevole.

Il disco si apre e si chiude con un’ode alla pioggia. In mezzo troviamo un temporale e addirittura un diluvio universale. Come hai pensato questo viaggio in musica?

Come un itinerario che attraversa tante isole. È veramente un vettore spazio-tempo per vivere tante situazioni diverse. La tracklist è costruita anche in base alle sonorità, non solo in base ai contenuti ovviamente, però volevo che ci fosse la sensazione del viaggio composito.

Copertina album Murubutu
La copertina dell’album realizzata da Capitan Artiglio (Julien Cittadino)

La copertina del disco è una vera e propria opera d’arte. Come l’hai scelta?

L’autore è sempre Capitan Artiglio, cioè Julien Cittadino, che è un grande artista e autore di tutte le mie copertine. Il riferimento è il celebre quadro di Caillebotte (Parigi in un giorno di pioggia, ndr), secondo me uno dei più bei quadri, non solo sulla pioggia. Rappresenta anche l’eleganza che voglio dare alla mia musica.

Con tutte le parole che usi, molte delle quali anche di una certa difficoltà, come fai a non sbagliare nei live?

Nei live infatti sbaglio abbondantemente (ride, ndr). Decisamente sbaglio parole nei live, ma col tempo ho imparato a correggermi e a non farlo avvertire. Dovendo anche insegnare, ho in testa così tanti contenuti che secondo me ci sta anche che sbaglio qualche parola. Rispetto al lessico faccio un grande lavoro di ricerca, ho la ferma volontà di proporre parole nuove che possano arricchire anche le nuove generazioni che spesso hanno un bagaglio lessicale molto limitato. E lo dico da insegnante.

Il Festival di Sanremo è un evento a cui parteciperesti?

Assolutamente sì, anzi ci ho anche provato. Tre anni fa dovevo andarci con Nino Bonocore, ma ho passato solo la prima selezione.

Che cosa bisogna inserire in valigia prima di intraprendere il viaggio alla scoperta di questo tuo nuovo album?

Sicuramente la voglia di viaggiare con la fantasia, ma anche di ritrovare un po’ di letteratura all’interno della musica e del rap, che non ne propone proprio tantissima.

CONTINUA A LEGGERE SU LAWEBSTAR.IT

Copyright 2023 © riproduzione riservata Lawebstar.it - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 26692 Editore e proprietario: Sport Review S.r.l. P.I.11028660014