Morte Matteo Messina Denaro, il cugino: “In carcere ha trascorso troppo poco tempo”

Morto a 62 anni il boss mafioso Matteo Messina Denaro: il primo commento del cugino Giuseppe

É morto l’uomo portandosi via tutti i suoi segreti: di questa mattina la notizia della morte del boss mafioso a capo di Cosa Nostra, latitante per 30 anni, Matteo Messina Denaro e stupisce e affligge l’arrivo sui social di messaggi di cordoglio a lui rivolti e che fanno ribrezzo al suo stesso cugino, Giuseppe Cimarosa.

Sono parole importanti e forte quelle rilasciate da Giuseppe Cimarosa, cugino di Matteo Messina Denaro, all’AdnKronos poco dopo la notizia della morte del boss mafioso. Sessantadue anni compiuti, Messina Denaro era stato arrestato dopo 30 anni di latitanza nel gennaio scorso, poco più di 6 mesi di carcere scontati in un grave stato di salute. In coma irreversibile da venerdì 22 settembre, Messina Denaro già al suo arresto aveva presentato un quadro clinico grave dovuto ad un tumore al colon.

“É morto troppo presto, doveva scontare più a lunga la sua pena. Messaggi di cordoglio sui social? É atroce”

Prima il coma di venerdì e oggi, a pochi giorni di distanza, la morte. “Mi dispiace, e lo dico non per vendetta ma per giustizia, che in carcere abbia trascorso così poco tempo“, a pronunciare queste parole è stato suo cugino, intervistato dall’agenzia stampa. “È morto troppo presto, avrebbe dovuto scontare più a lungo la sua pena sperando che, facendosi un esame di coscienza, per una volta facesse la cosa giusta: collaborare con la giustizia“, sempre il cugino. Nulla di tutto questo invece perché Matteo Messina Denaro è morto oggi a 62 anni, nel più totale silenzio portandosi via nomi, cognomi, tutti i suoi lungo 30 anni di segreti e latitanza.

Rinnegato l’ambiente mafioso di cui era a capo il suo diretto parente, Cimarosa ha anche speso parole sui messaggi di cordoglio spuntati in queste ore sui social proprio per Messina Denaro. “Vedere quanti messaggi di condoglianze e vicinanza ai familiari sono arrivati – ha dichiarato – mi sconvolge. Tanti, troppi. Sono molto demoralizzato. Sono messaggi terribili perché non si tratta di coetanei del boss, tanti sono ragazzi anche più giovani di me. È atroce“.