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MUSICA

Miriam Makeba: 90 anni fa nasceva Mama Africa, la voce degli oppressi e degli esuli a causa dell’apartheid

Venerdì 4 marzo 1932, a Johannesburg, veniva al mondo Zenzile Miriam Makeba

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90 anni di Miriam Makeba, Mama Africa

Venerdì 4 marzo 1932, a Johannesburg, veniva al mondo Zenzile Miriam Makeba, il personaggio musicale che più degli altri ha simboleggiato il Sudafrica, la sua cultura, i problemi politici e sociali che lo hanno caratterizzato per gran parte del ‘900.

Gli esordi e la collaborazione con Hugh Masekela

Rimasta orfana di padre sin da piccola, Miriam Makeba dovette subito rimboccarsi le maniche e mettersi a lavorare. A 17 anni si sposò una prima volta ed ebbe il primo figlio. Contemporaneamente ecco nascere in lei la vocazione per la musica e il canto, destinata ad accompagnarla per tutta la vita: dapprima fece parte di un complesso vocale femminile, le Skylarks, e poi fu tra i protagonisti di un musical su King Kong, incontrando un promettente trombettista di nome Hugh Masekela, di 7 anni più giovane. Con lui ella diede vita ad un sodalizio non solo musicale, ma pure sentimentale, che si è protratto sino al 1966 .

Miriam Makeba alla conquista dell’America (con l’appoggio di Harry Belafonte)

La partecipazione al lungometraggio Africa in crisi, presentato ed apprezzato al Festival del Cinema di Venezia del 1959 e proiettato in seguito anche a Londra e Nuova York, rivelò Miriam Makeba al pubblico internazionale. Fu soprattutto Harry Belafonte, il cantante e musicista statunitense ben noto per le sue ricerche nell’ambito dei repertori etnici internazionali, a rimanere folgorato dalla classe e dallo stile dell’artista sudafricana, di cui riconobbe il notevole impegno nella lotta all’apartheid, ragione per la quale ella venne messa al bando in patria. Così Miriam Makeba e Hugh Masekela si trasferirono negli USA e lì ben presto divennero famosi. Makeba, in particolare, lavorò con lo stesso staff di Belafonte, incidendo alcuni dischi e duettando anche con il suo mèntore, come nel brano Bamotsweri, inserito nell’album The many moods of Belafonte del 1962.

Il successo planetario di Pata pata

Lasciata la RCA e scritturata dalla Reprise, la casa discografica fondata da Frank Sinatra, nel 1967 Miriam Makeba esplose definitivamente in tutto il mondo con un brano trascinante, cantato nella madrelingua sudafricana Xhosa (con brevi spiegazioni parlate in inglese). Il motivo s’intitolava Pata pata, che vuol dire “tocca, abbraccia !”, ed entrò nelle classifiche discografiche di molti Paesi del mondo, diventando il maggior successo di un’interprete che nel contempo portava la propria testimonianza al Comitato contro l’apartheid formatosi in seno alle Nazioni Unite e si legava all’attivista per i diritti civili Stokely Carmichael. Sposato quest’ultimo, la cantante lasciò gli Stati Uniti e si stabilì in Guinea, stato di cui ella fu anche delegata ONU.

Con la liberazione di Nelson Mandela, Miriam Makeba torna in Sudafrica

L’11 febbraio del 1990, Nelson Mandela tornò uomo libero dopo 27 anni di prigionia: l’apartheid venne abolito e il Sudafrica voltò pagina. Spinta dallo stesso Mandela, Miriam Makeba tornò in patria dopo oltre 30 anni di assenza: prima, però, partecipò al Festival di Sanremo del 1990, ripetendo in versione inglese la canzone Bisognerebbe non pensare che a te, presentata in gara da Caterina Caselli. Anche nel suo Sudafrica l’artista proseguì nel raccogliere allori sia come attrice-cantante, sia come simbolo del locale contesto politico-sociale. Sopraggiunsero poi i primi problemi di salute, per cui Makeba volle dedicarsi a una tournée mondiale di addio. Nel novembre del 2008, sia pur non in buone condizioni fisiche, ella volle accettare l’invito ad esibirsi a Castel Volturno, presso Caserta, in una serata organizzata dallo scrittore Roberto Saviano, per rendere omaggio a 6 immigrati africani uccisi dalla camorra: Miriam Makeba cantò Pata pata e poi fu colta da un fatale infarto. Quella sera di domenica 9 novembre 2008, la voce per eccellenza del Sudafrica si spense per sempre, lasciando a tutti i suoi numerosi e fedeli ascoltatori un ottimo ricordo per le molteplici benemerenze, non solo musicali, da lei ottenute in oltre mezzo secolo di carriera, grazie alle quali venne anche soprannominata Mama Africa.

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