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Mattel lancia la prima Barbie con la Sindrome di Down

La nuova iniziativa della Mattel in collaborazione con la NDSS, National Down Syndrome Society

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Barbie con la Sindrome di Down: l’iniziativa rilanciata dalla Mattel in collaborazione con la NDSS

Si parla d’inclusività quando guardiamo alla nuova iniziativa messa in atto dalla Mattel, celebre azienda di giocattoli americana: arriva sul mercato mondiale la prima Barbie con la sindrome di Down.

Mattel punta all’inclusività, il potere della rappresentazione: la Barbie con la Sindrome di Down

C’è chi guarderà all’iniziativa con ammirazione e chi sicuramente storcerà il naso, mettendo in dubbio che si possa trattare di una vera e propria iniziativa che possa essere tacciata d’inclusività. Non è la prima volta però che, in questi termini, la Mattel si mette in gioco. Sfruttando la popolarità a livello mondiale della Barbie, già in passato l’azienda americana ha voluto abbracciare tematiche, valori ma anche farsi voce e traduzione di messaggi d’inclusività, d’uguaglianza. Un modo come un altro per abbattere le frontiere mentali e culturali, traducendole in Barbie. Se prima la Mattel aveva lanciato la prima Barbie con l’apparecchio acustico e poi la prima Barbie in sedia a rotelle, ora l’azienda si prepara al lancio della prima Barbie con sindrome di Down.

“Un enorme passo avanti per l’inclusione”

Quale sia lo scopo? Ovviamente puntare ad un gioco che trasmetta il valore dell’inclusività, anche se si parla di semplici Barbie. Ma non solo: con questa iniziativa la Mattel mira a poter creare una Barbie, ancora un mito e uno stereotipo, che possa essere davvero uno specchio per tutte le bambine e i bambini affetti da sindrome di Down: “Così che possano giocare con una Barbie che gli assomigli“. Parole che arrivano direttamente da Pickard, Ceo di National Down Syndrome Society. La NDSS è stata infatti chiamata in causa proprio per collaborare con la Mattel: “Questa Barbie ci ricorda che non dovremmo mai sottovalutare il potere della rappresentazione. È un enorme passo avanti per l’inclusione“, ha poi così concluso.

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