TV e SPETTACOLO
Massimo Giletti in Ucraina non convince Selvaggia Lucarelli: era registrato?
La giornalista ha stroncato il servizio di Massimo Giletti
Massimo Giletti in diretta da Odessa: Selvaggia Lucarelli però stronca il collega
Massimo Giletti ha deciso di recarsi personalmente in Ucraina, precisamente ad Odessa, per condurre la puntata di Non è l’Arena di domenica 20 marzo. Il giornalista ha voluto essere testimone diretto della situazione di guerra, recandosi nel cuore del conflitto. La sua scelta ha scatenato numerose reazioni, dividendo il pubblico. Da una parte, molti hanno elogiato il suo coraggio, dall’altra, alcuni (tra cui Selvaggia Lucarelli) hanno visto nel gesto di Massimo Giletti una volontà di spettacolarizzare la guerra non necessaria.
Selvaggia Lucarelli contro il servizio di Giletti: “Un film di serie b“
Nell’elenco dei critici, Selvaggia Lucarelli, che ha detto la sua tramite il personale profilo Twitter. La giornalista e opinionista tv non ha avuto pietà per il collega: “La cosa più inquietante è che vedi Giletti a Odessa che dovrebbe raccontare la guerra e improvvisamente sembra tutto il set di un film di serie b“.
I dubbi di Selvaggia Lucarelli: “Come faceva Giletti a stare per strada?”
Dopo l’opinione generale sulla conduzione, a Selvaggia Lucarelli è sorto addirittura un dubbio sull’autenticità del servizio in presa diretta. “A Odessa c’è il coprifuoco dalle 20,00 (lì sono 1 ora avanti). Come faceva Giletti a stare per strada? O lo ha violato o l’inizio era registrato”, questo il testo del secondo tweet di serata.
Giletti in collegamento dall’Ucraina: Selvaggia in collegamento su Twitter
Se anche Selvaggia Lucarelli avesse ragione sulla specifica questione coprifuoco, cosa toglierebbe ciò al servizio di Giletti? E, soprattutto, cosa aggiunge la sua “scoperta”? Odessa al momento non è certo il posto più semplice dove stare e seppure vi fossero angoli di città più sicuri (e per questo legittimamente scelti) e seppure fosse stata fatta una registrazione, andrebbe dato merito al conduttore che si è mosso in prima persona.
Ma non vi è traccia di tale disponibilità alla clemenza nei tweet di Selvaggia Lucarelli, che ha pubblicato un terzo e conclusivo post di critica. “Mai come stasera dobbiamo rispettare chi va a documentare la guerra senza personalismi, senza spettacolarizzazione, senza retorica, senza usare i cadaveri per fare show, senza il suo faccione davanti a quello che accade”.
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