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Massimiliano Rosolino: “Alvin? Il migliore inviato, ma preferisco me stesso”

60 medaglie, scaramantico, metà australiano e metà napoletano, un grande rispetto per la disciplina: chiacchiere “a stile libero” con l’ex nuotatore Massimiliano Rosolino

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Caro Massimiliano, per metà italiano e per metà australiano. Cosa senti di aver ereditato dall’una e dall’altra parte?

Diciamo che sono geneticamente modificato, quando erediti a volte lo sfrutti a tuo vantaggio, a volte c’è un’evoluzione. Penso che la parte anglosassone sia quella precisa, meticolosa, disciplinata; la parte estrosa invece è quella napoletana. Anche se poi è diventato il contrario perché la mia parte napoletana è molto disciplinata, me ne sono accorto negli anni. Poi beh, la parte anglosassone è più competitiva.

Nel 2000 le Olimpiadi, nel 2001 Fukuoka, 14 volte campione, 60 medaglie in tutto: che peso hanno avuto tutti questi numeri nella tua vita?

Peso economico? [ride n.d.r.]. Se vinci è ovvio che ti senti speciale per tutta la vita. Sono passati 22 anni da quando ho vinto le Olimpiadi, la vittoria più importante della mia vita, ma comunque il provarci sempre mi ha fatto diventare migliore dopo. Adesso che non gareggio capisco quanto sono rimasto competitivo e quanto lo sia ancora di più, ma riconosco i limiti, riconosco che ci sono persone più forti.

C’è mai stato un momento in cui hai pensato di mollare?

Fino al 2012 ho continuato a nuotare ad un certo livello e prima di quel momento non mi è mai successo, ho avuto la fortuna di esserne affascinato sempre e per sempre. Poi sì, probabilmente avrei potuto chiudere meglio e chiudere prima. La mia grande fortuna è stata la sfortuna di insistere tantissimo: quando vinci le Olimpiadi il tuo sogno è vincere, poi ti accorgi che dopo un po’ il DNA è lo stesso, c’è ancora più competizione, ma non riesci più a fare le stesse cose.

Sei scaramantico?

Sìsì, abbastanza.

E prima di una gara che fai?

Mi gratto [ride n.d.r.].

Nella tua vita privata in cosa sei da oro?

Dipende da quali anni della carriera amorosa parliamo! Se parliamo dei primi 3 anni direi oro in simpatia, euforia, entusiasmo ed educazione, e anche l’esser maschio direi oro. Poi se parliamo della seconda parte della stagione, dai 5 anni in poi, direi che l’oro in allegria diventa un po’ superficiale, non si può rimanere eternamente dei ragazzini solari.

Chi è il nuotatore che più ti è stato sulle p.?

Paul Palmer, un inglese molto bravo ma antipatico da morire, insieme a Keller, un americano. Questo Keller quando c’è stato un tentativo di insurrezione a Washington [l’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti il 6 gennaio 2021 n.d.r] era lì, questo pazzo che poi è stato arrestato. Ci avevo visto lungo!

E al contrario, un nuotatore che stimi molto?

Phelps, Popovd, Thorpe. Italiano direi che Fioravanti è stato uno con un grande talento, mi dispiace che non ha potuto vincere abbastanza per problemi fisici. In generale direi quelli che vincono per parecchio tempo: non è importante cosa vinci ma per quanto vinci. Bisogna mettere nel salvadanaio delle emozioni parecchi successi.

Però non c’è solo lo sport: sei un campione che non si è mai tirato indietro, nemmeno dalla tv e a Ballando hai conosciuto la Titova. Chi ha fatto il primo “passo di danza”?

Io! A me piaceva prima ancora di conoscerla, vedevo questa maestra disciplinata, severa, bella… Poi ci siamo conosciuti e ho avuto ancora più rispetto per lei perché non ero il vip, la stella, ero l’allievo della Titova, è stata una cosa buona. Sono diventato scostumato col passare delle settimane! Ci ho messo un mese per chiedere il suo numero, l’ho corteggiata tanto, sono stato veramente un gentlemen.

Ma tu sei un gentlemen, non sei uno sfacciato…

Penso di essere abbastanza un bravo ragazzo, sfacciato lo sono stato magari in passato… Si può rompere il ghiaccio facendo il guascone, ma l’educazione paga sempre.

Sognavi di fare il conduttore?

Sognare no, sono sincero, mi piaceva l’idea. Quando ho cominciato a fare le ospitate mi divertiva dare un contenuto più che ricevere un premio o fare l’opinionista, era meglio essere più attivo. Ciò che mi leva l’idea del sogno è che mentre in acqua ti alleni e migliori, per fare il presentatore serve una conseguenza di cose di cui è importante sapersi accontentare. Fare tante esperienze vuol dire faticare di più e guadagnare meno, ma sono opportunità anche se ovviamente più rischiose. Nella vita, oltre la tua professione, ben venga rischiare un pizzico di più che l’essere troppo prudenti.

A parte Pechino Express e Ballando, altri talent o reality?

Avendo guardato da molto vicino l’Isola direi che è estremamente affascinante ma adesso no, poi mai direi mai, ma per ora no.

Nemmeno il GF, magari in coppia con Natalia?

Nono niente GF ma ci manderei la Titova! Il mio sogno è che vada lei a fare un reality da qualche parte così me ne sto io con i bambini per qualche settimana in santa pace! Pensa che la Titova aveva fatto un casting uno o due anni fa per l’Isola dei Famosi… Provavo a mandare via lei e alla fine hanno preso me!

Cosa pensi di Alvin?

Secondo me lui è il miglior inviato di sempre, è ovvio che poi io preferisco me stesso [ride n.d.r.].

Com’è farsi prendere in giro dalla Blasi in prima serata?

In realtà a me non è pesato quello, non era concordato ma avevamo il patto ‘divertiamoci e chissenefrega’, non mi dispiaceva. Non gradivo molto invece le critiche degli opinionisti per una questione di educazione. Se hai 25 anni e io ne ho 40… diamoci la mano e capiamo un po’ i ruoli, è l’ABC dello sport.

E adesso che programmi hai da “vecchio”?

Sono un 70enne da un lato e un eterno giovanotto dall’altro, in grande forma con la mia routine tra sport e alimentazione fin troppo disciplinata. Poi ho 70 anni perché il mio corpo l’ho sfruttato e non posso più vivere un’altra carriera da campione olimpico. Vorrei però continuare a fare quello che faccio, gli eventi live, lo speaker aziendale, raccontare aneddoti legati alle performance post carriera perché parlare di vittorie quando vinci è facile, parlare di elementi vincenti quando non sei più il numero uno ma lavori per mettere insieme il tutto è un’altra cosa. Poi il lavoro più importante diciamolo, è fare il genitore e non è così facile!

Ultima domanda: sei delfino o rana?

Delfino, che secondo me è il più libero. Amato dalle persone, mi puoi accarezzare ma tornerò sempre nella mia laguna.

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