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Moda

Marilyn Monroe: 5 abiti che l’hanno resa eterna

Marilyn Monroe nei panni di Marilyn Monroe: un viaggio nell’armadio della diva

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Marilyn Monroe: oltre 60 anni fa la morte della diva

Norma Jeane, o meglio, l’indimenticabile Marilyn Monroe: abiti iconici, volto a prova d’arte, un carisma peculiare, i segni indelebili di un’attrice che vive ancora oggi nonostante siano trascorsi già più di 60 anni dalla sua morte. Era infatti la notte tra il 4 e il 5 agosto del 1962, il giorno in cui si è davvero spenta una stella ad Hollywood. L’abbiamo già ricordata in tutte le canzoni che parlano di lei, ma questo sarà un viaggio diverso all’interno dell’armadio di Marilyn Monroe. Un percorso di gruccia in gruccia tra abiti scarlatti firmati Travilla e color carne tempestati di lustrini come quello firmato da Jean Louis e indossato dalla Monroe in occasione del compleanno di Kennedy: errando nella storia dei vestiti di Norma Jeane Baker. Diva del cinema, della musica e della moda.

  1. Niagara 1953
  2. Gli uomini preferisco le bionde 1953
  3. Quando la moglie è in vacanza 1955
  4. Golden Globes nel 1962
  5. Happy Birthday Mr. President 1962

Marilyn Monroe nel mondo della moda: look e abiti immortali

Quelli indossati da Marilyn Monroe non sono stati solamente abiti. La stoffa che le ha fasciato il corpo è diventata col tempo preziosa, ambita, iconica, parte della storia del costume, del cinema e della moda. Rosa shocking, tempestati di lustrini, battuti all’asta per milioni di euro, replicati dai più grandi stilisti del mondo alla ricerca di quel tocco impossibile da rievocare, l’anima della diva. Un esempio recente? Persino Kim Kardashian ha provato ad emulare la Monroe, indossando l’abito di lustrini dal valore inestimabile (e rovinandolo).

Niagara nel 1953: l’abito scarlatto di Travilla

È il 1953 e la pellicola di Henry Hathaway Niagara, appena uscita nelle sale, rinuncia quasi fin da subito ai complimenti alla luce di una severa. I cinefili non risparmiavano aspri commenti mentre Marilyn Monroe si faceva notare lasciandosi alle spalle lo schermo, obsolescente davanti alla sua bellezza. Travolgente e sensuale nel suo malvagio personaggio (è tra i pochi ruoli negativi che ha accettato nella sua carriera) nel 1953 Marilyn Monroe imprime la propria fotografia nell’album dei ricordi più gloriosi del cinema con indosso l’iconico vestito scarlatto. A cucirglielo sulla sua strettissima vita ci fu William Travilla, costumista ma anche grande intimo della Monroe. Tanto stretti erano i rapporti che si vociferò che tra i due ci fosse più di un legame professionale. L’abito scarlatto indossato in Niagara è solamente uno degli 8 abiti disegnati da Travilla per la diva.

(Ps. Non è un caso che Warhol nel 1962 abbia scelto proprio alcune fotografie scattate sul set di Niagara per realizzare le celebri serigrafie di Marilyn)

Gli uomini preferiscono le bionde: l’abito in raso rosa

È ancora il 1953 e Marilyn Monroe, sull’onda del successo di Niagara viene consacrata a diva hollywoodiana con la pellicola di Hawks, Gli uomini preferiscono le bionde. Ancora una volta l’abito sartoriale è ad opera di William Travilla che fascia le curve della Monroe in un sensuale ed eccentrico abito color rosa shocking. Indimenticabile l’abito in raso di seta senza spalline così come la performance di Marilyn Monroe nei panni di Lorelei Lee intenta a intonare Diamonds Are a Girl’s Best Friend.

Che si trattasse di un vestito destinato a conquistarsi l’immortalità lo ci percepì fin dal principio, anni prima di quel 2010. Anno in cui durante un’asta l’abito di Travilla venne battuto a 260mila dollari. Narra però la leggenda che l’abito venduto all’asta non fosse l’originale, andato perduto a causa della tintura utilizzata per tingere la stoffa che lo avrebbe rovinato subito dopo la fine delle riprese del film. La stessa Madonna, affascinata, decise di riproporlo nel video musicale di Material Girl, ritornando sugli stessi passi della Monroe nel film.

Quando la moglie è in vacanza nel 1955: l’iconico abito bianco

Non sembra servire alcuna presentazione al celebre abito bianco indossato da Marilyn Monroe in Quando la moglie è in vacanza (diretto da Billy Wilder nel 1955). Lo stesso vestitino che ricorderemo sollevarsi al getto d’aria penetrante la grata dalla metropolitana. Un altro abito indossato da Marilyn e ancora una volta firmato da Travilla. Un vestito “stupidino” secondo quanto rilasciato dallo stilista anni dopo, senza immaginare che proprio la bozza sarebbe stata venduta per oltre 50mila dollari. Acquistato per soli 200 dollari dopo la morte della Monroe, l’attrice Debbie Reynolds nel 2011 ha racontato che l’abito con gonna plissettata e scollatura all’americana è stato messo all’asta e venduto per oltre 5 milioni di dollari, acquistato telefonicamente da un acquirente misterioso.

Marilyn Monroe ai Golden Globes nel 1962: l’abito di Norman Norell

Tra i “look più glam” di tutti i tempi, rientra poi l’abito indossato da Marilyn Monroe questa volta non sul set bensì in occasione dei Golden Globes, nel 1962. Un abito lungo, aderente, ricco di paillettes firmato da Norman Norell, lo “stilista gentiluomo” tra i pionieri dell’alta moda in versione pret à porter. Verde smeraldo e con un vistoso scollo a “V”: così Marilyn salì sul palco del prestigioso evento per ritirare l’Henrietta Award, il premio come miglior attrice del mondo assegnato sino al 1980.

Marilyn Monroe 1962, Happy Birthday Mr. President: l’abito di strass

Ultimo ma non per importanza. È sempre il 1962 e Marilyn Monroe è tra gli invitati speciali al Madison Square Garden per i 45 anni di John Fitzgerald Kennedy. Marilyn Monroe è al centro della scena, intenta a cantare Happy Birthday Mr. President e l’abito che ha indosso è tuttora citato nelle accademie come “esempio di sensualità”. Non c’è però la mano di Travilla. A firmare l’abito era stato Bob Mackie, dell’atelier di Jean Louis. Color carne, Marilyn ha indosso un lungo abito in chiffon, una seconda pelle sul suo sensazionale corpo tutto curve, letteralmente tempestato di strass (2.500), una pioggia di punti luce da renderlo abbagliante, emblematico. L’abito che si narra fosse stato cucito direttamente sulla pelle della diva.

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