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Maria Teresa Ruta: “Vi racconto la mia Mi Sveglio Ballando”
Maria Teresa Ruta presenta la sua hit estiva ‘Mi sveglio ballando’, la canzone simbolo della Rutafilosofia, vero e proprio manifesto di chi fa del sorriso l’arma con cui affrontare la quotidianità
Alzi la mano chi non l’ha ancora imparata a memoria. Mi sveglio ballando, la canzone di Maria Teresa Ruta che è già a pieno titolo uno dei tormentoni dell’estate 2021, è un vero e proprio inno alla solarità e alla leggerezza. A raccontarci come è nato il brano e il messaggio che questo vuole trasmettere è stata proprio Maria Teresa Ruta.
Mi sveglio ballando: l’inno alla gioia di Maria Teresa Ruta
Come è nata Mi sveglio ballando?
È nata grazie a NaryMary (cantante che ha già dato voce a Lividi, il brano nato come manifesto anti-violenza di genere prodotto dall’etichetta di Maria Teresa, la ruZa production, ndr.), che durante la mia permanenza al Grande Fratello Vip ha visto che ballavo tutte le mattine e che ha scritto insieme a mio marito Roberto questa canzone, che è un manifesto della Rutafilosofia, un modo per reagire a questo momento difficile di pandemia.
In cosa consiste la Rutafilosia?
In questo ultimo periodo durante il quale tutti abbiamo sofferto, con tante persone che hanno perso parenti, amici o il lavoro, la situazione è stata davvero drammatica per tutti. Questo mio “svegliarmi ballando”, che sintetizza la Rutafilosofia, è un voler ringraziare Buddah, Visnù, Dio, o qualunque cosa in cui si creda, già per il solo fatto di aprire gli occhi al mattino e potersi godere un nuovo giorno. È un non volersi dimenticare le fortune che abbiamo e cercare di essere più reattivi e propositivi.
Ti sei sempre svegliata ballando?
Sì, da ragazzina la prima cosa che facevo al mattino mentre mia mamma preparava il caffè era accendere la radio o il walkman e ballare per una decina di minuti. Mi sarebbe sempre piaciuto fare la ballerina, ma non ho mai studiato danza, è rimasta pura passione. Anche dopo le gravidanze ho puntato su questa abitudine per rimettermi in forma e, dopo averla abbandonata per un po’, ho ripreso a farlo dopo aver conosciuto Roberto, perché mi sono resa conto di essere stata fortunata ad aver trovato un uomo fantastico nel secondo tempo della mia vita, che non è una cosa facile.
Parola d’ordine della Rutafilosofia: essere sé stessi
La tua canzone è un inno alla spontaneità e alla voglia di essere sé stessi. Quanto paga questo nel mondo dello spettacolo?
Paga solo nella vita. Io sono “nata” in teatro e lì venivo giudicata come attrice, più o meno brava, mentre in tv, nonostante i miei tanti ruoli, sono stata sempre apprezzata o criticata come Maria Teresa e questo ha un effetto molto diverso. In televisione essere sé stessi può pagare nella creazione di un legame col pubblico, però a volte chissà, sarebbe forse meglio recitare un ruolo come fanno altri.
Cosa ti dicono le persone che ti incontrano per strada oggi?
In molti mi dicono di apprezzare il mio essere spontanea e vera. Mi apprezzano perché dico la verità, per essere così anche al di fuori dello schermo e in tanti mi apprezzano come mamma. Un personaggio pubblico deve il proprio successo e l’amore che riceve proprio al pubblico e io di amore ne ho ricevuto tanto. Ho poi al mio fianco i ruters, i miei fan speciali molto attivi sui social, che mi supportano sempre con grande affetto.
Dopo il Grande Fratello Vip in molti avete lanciato canzoni. Cosa ne pensi di quelle dei tuoi colleghi di reality?
La canzone di Stefania Orlando, Bandolero, è molto carina, mi piace, è orecchiabile. Peccato per Pistolero, ci si può confondere (ride, ndr.). Lei canta da sempre, ha questa grande passione, mentre io e gli altri ex gieffini non siamo professionisti. Anche la canzone di Pierpaolo Pretelli è carina, come quella di Giacomo Urtis che ti resta subito in testa. La mia è una canzone leggera, nata soprattutto come versione parodistica degli stereotipi musicali del momento, con un tocco di reggae e di sana follia. Non sono una cantante, ma sento che la cantano in molti.