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Maria Sofia da “Il Collegio” al porno, il professor Zilli lancia l’allarme: “È una degenerazione”

Il docente ha commentato la scelta di Maria Sofia Federico di lavorare nel mondo del porno

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“I ragazzi sono vittime della pornografia, manca l’educazione affettiva e sessuale”

La volontà di Maria Sofia Federico, ex allieva del programma televisivo Il Collegio, di lavorare nel mondo del porno continua a far discutere. Ad intervenire nel dibattito è stato nelle ultime ore un suo ex docente del reality show Rai, il professor Andrea Zilli, il quale ha voluto sottolineare l’importanza del ruolo della formazione in materia di educazione sessuale.

Il professore Andrea Zilli de Il Collegio commenta la scelta di Maria Sofia Federico

Il docente di dattilografia del programma tv non è per nulla d’accordo sulla scelta della sua ex studente: “In questi giorni si parla molto dell’ex collegiale Maria Sofia Federico, diventata una sex worker su Only Fans e iscritta alla nuova Accademy di Rocco Siffredi, nonostante l’opposizione dei genitori, contrari alla svolta piccante della figlia 18enne. La ragazza ha palesato il suo obiettivo: ‘Allargare il mio bagaglio culturale’ che, a mio avviso, è ridicolo, imbarazzante e da condannare aspramente”.

A giocare un ruolo fondamentale, secondo il professore Andrea Zilli è l’educazione: “Un aspetto di cui si parla forse troppo poco è il ruolo che può avere la diffusione della pornografia nella formazione emotiva e nella futura relazione uomo-donna, soprattutto tra i più giovani, come nel caso di Maria Sofia. Penso che ci siano molte ragioni per parlare di un allarme sociale, che produrrà frutti guasti in futuro visto che, a mio dire, la pornografia rappresenta sempre una degenerazione, a ogni livello e ogni età. Il piacere è presentato in funzione dell’annientamento della donna, il cui ruolo è ridotto a un oggetto nella totale disponibilità dell’uomo. La tentazione della pornografia va di pari passo con l’inadeguatezza della formazione alla sessualità e all’affettività a cui, anche per i più giovani, non possiamo rinunciare in un contesto culturale sempre più complesso. I ragazzi, ignari, sono vittime della pornografia a causa di un’insufficiente educazione all’affettività e alla sessualità”.

“Non bastano i genitori, bisogna fare di più”

Il docente ha voluto anche spezzare una lancia in favore dei genitori, responsabili certamente dell’educazione dei figli, spesso però non in grado di sostenere questo carico formativo in maniera adeguata: “Appellarsi alla questione educativa è fondamentale e lasciare che ogni responsabilità ricada solo sui genitori significa non tenere conto dei limiti che questo comporta: spesso è proprio la loro assenza a trasformare un problema privato in un’emergenza pubblica. Domandiamoci se non sia possibile fare qualcosa di più, a livello tecnico o legislativo, per porre dei freni e proteggere almeno i minori”.

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