MUSICA
L’Ucraina, la sua musica e i suoi musicisti: viaggio tra folklore e balletti
Dalle danze popolari al “Papavero rosso”: viaggio alla scoperta delle origini della musica ucraina
Le Danze Popolari ucraine: la tradizione più antica
A differenza della Russia, poche tra le altre aree del vecchio impero zarista si sono cimentate con la musica in maniera convincente. L’Ucraina è tra le poche di queste nazioni ad aver lasciato qualche traccia degna di nota, che qui vi invitiamo a scoprire.
Se andiamo a scoprire le radici della musica d’Ucraina, dobbiamo risalire indietro di secoli e secoli. Sembra infatti che i primi esempi di partiture a scopo prevalentemente tersicoreo prendessero spunto da danze propiziatorie religiose, presumibilmente importate dai Bizantini. Da lì si arrivò poi alle “Dumi”, fusione di danze di coppia con canti narrativi.
Comunque sia, l’atmosfera ritmico-melodica che si è sempre respirata in questo tipo di musica popolare è stata caratterizzata da una costante allegria, pur con qualche momento di sentimentale dolcezza (specie nel ben noto brano intitolato Campane della sera). C’è da sottolineare che nel 1958, a Parigi, l’Associazione dei “Giovani Amici dell’Ucraina in Francia” caldeggiò la formazione di un apposito Corpo di Ballo, l’Arkan, che poco dopo intraprese una tournée internazionale assieme all’Orchestra Tipica diretta dal violinista Sava Neagu: fu un chiaro e travolgente successo di pubblico e di critica e molti di quei temi musicali appositamente coreografati vennero incisi su disco a grande richiesta.
Reinhold Gliére, il Maestro dei nuovi Maestri e Il Papavero Rosso
Durante il periodo destinato poi a culminare nella Rivoluzione d’Ottobre del 1917 e quindi nella caduta dello Zar di tutte le Russie, una piccola fetta di notorietà venne raggiunta anche da un compositore ucraino di origine tedesco-polacca, Reinhold Moriceviç Glier (nome poi francesizzato in Raymond Gliére, tanto che qualcuno azzardò improbabili ascendenze franco-belghe).
Nato a Kiev nel 1875 e morto a Mosca nel 1956, egli fu un apprezzato didatta, tanto che ebbe tra gli allievi di composizione giovani di belle speranze come l’ancora bambino Sergej Prokofiev (che in Ucraina era soltanto nato, ma era cresciuto in Russia) e l’armeno Aram Khachaturjan (l’autore del balletto Gajaneh, quello della celeberrima Danza delle Spade). Inoltre Gliére trascorse dei periodi di ricerca delle locali tradizioni musicali popolari in Azerbaigian e nell’Uzbekistan.
Il suo lavoro più celebre rimane Il Papavero Rosso, un balletto allusivo alle lotte di classe, pensato per la danzatrice Katrina Geltzer, che fu ben accolto sin dal 1927 a San Pietroburgo (città che allora si chiamava da poco tempo Leningrado) e poi girò tutta l’URSS, imponendo tra le proprie musiche soprattutto la travolgente Danza dei marinai russi. Tra l’altro, nel 1955, quando si cominciò a parlare del papavero come oppiaceo, il titolo del balletto venne modificato ne Il Fiore Rosso.
Igor Markevitch, da Kiev a Firenze: musicista per pochi, Direttore d’Orchestra per tutti
Noi italiani lo apprezzammo e lo applaudimmo più volte, sia nelle sale da concerto che attraverso la radio e la televisione. In effetti Igor Markevitch, ucraino nato a Kiev nel 1912, trovò proprio in Italia la notorietà come “bacchetta stabile” dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e in Toscana piantò stabilmente le tende, assumendo addirittura la cittadinanza italiana e sposando in seconde nozze una nobile romana.
Tuttavia Markevitch era arrivato in Francia a soli 2 anni: gli anni giovanili furono quelli del perfezionamento in qualità di pianista (con Alfred Cortot e Nadie Boulanger) e direttore d’Orchestra (con Hermann Scherchen), per poi seguire Sergej Diaghilev (“orfano” di Igor Stravinsky) ai Balletti Russi, comporre musiche originali di lavori in verità noti a pochissimi (come Icare, scritto ed elaborato a soli 20 anni) e impalmare la figlia del grande ballerino ucraino Vaclav Nijinskj quale sua prima moglie.
Dopo alcuni anni vissuti anche in Inghilterra (nel ruolo di Direttore Stabile dell’Orchestra del Teatro Reale d’Opera di Covent Garden a Londra), Markevitch sarebbe tornato a Parigi soprattutto per incidere fortunati dischi a 33 giri di musica sinfonica (non solo di autori russi) e infine avrebbe trascorso gli ultimi suoi giorni al mare, in quel di Antibes, ove si sarebbe spento, ormai privo d’udito, nel marzo del 1983.