MUSICA
Lucio Dalla 10 anni dopo: curiosità e chicche sulla lunga carriera dell’illustre cantautore (e non solo)
Non solo musica: cinema, teatro, cartoni. Le infinite sfumature dell’indimenticabile Lucio Dalla
Lucio Dalla: 10 curiosità a 10 anni dalla morte
Ricordiamo ancora come se fosse ieri quel triste mattino di giovedì 1° marzo 2012, quando rimanemmo increduli al giungere dalla Svizzera di quel ferale dispaccio che annunciava l’improvvisa scomparsa di Lucio Dalla. “Possibile?”, ci chiedemmo a bocca aperta: d’altronde lo avevamo visto solo un paio di settimane prima al Festival di Sanremo come direttore musicale di un suo pupillo, il cantautore pugliese Pierdavide Carone. Finì così oltre mezzo secolo di una carriera artistica poliedrica e geniale, non solo fatta di musica; una carriera di cui qui vi illustriamo alcuni aspetti che non tutti conoscono, riferiti soprattutto al primo periodo.
I Watussi di Edoardo Vianello: Lucio Dalla inatteso corista
È noto e arcinoto che, intorno ai 18 anni, Lucio Dalla e il suo fedele clarinetto lasciassero Bologna per raggiungere Roma e inserirsi nel più ricco panorama del jazz capitolino. Dopo un bell’inizio con la 2a Roman New Orleans Jazz Band, assieme alla quale comparve anche in tv nella rubrica Jazz in Italia (una delle primissime produzioni di Raidue, che allora si chiamava Secondo Canale), nel 1962 il non ancora barbuto ragazzo felsineo venne chiamato a far parte di un gruppo di musicisti bravi e pazzerelloni, proprio come lui. Erano I Flippers e sovente accompagnavano Edoardo Vianello in certi brani, come I Watussi, l’hully-gully che tenne banco in tutta Italia durante l’estate del 1963. Se ascoltate attentamente il disco originale, vi accorgerete che la voce che a un certo punto fa da controcanto dicendo più volte “Ahahà” è proprio quella, seppur non riconoscibilissima, di Lucio Dalla.
Lucio Dalla al cinema: non solo “musicarelli”, ma anche Sophia Loren, Gassman e Tognazzi
Già nella seconda metà degli anni ’60, grazie anche ad alcuni dischi di buon successo, Lucio Dalla sperimentò la “settima arte“, non solo con brevi apparizioni. Nel 1967, ad esempio, lo si vide in alcuni momenti di “musicarelli” come Little Rita nel West, accanto a Pavone, oppure I ragazzi di Bandiera Gialla, accompagnato dal suo complesso di allora, Gli Idoli, ma pure in cose più prestigiose come Questi fantasmi, versione cinematografica della commedia di Eduardo De Filippo interpretata da Sophia Loren e Vittorio Gassman, e in modo più presente nel serissimo I sovversivi, film diretto dai fratelli Paolo e Vittorio Taviani. Nel 1972 Dalla fu addirittura protagonista (peraltro doppiato da Cesare Barbetti) di una commediola alla buona, Il santo patrono, e nel 1975 venne chiamato dall’amico Pupi Avati tra i comprimari del lungometraggio La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone, i cui interpreti principali erano Ugo Tognazzi e Paolo Villaggio.
Hai una faccia nera nera: da anonima sigla radiofonica in Italia a grande successo in Argentina
Nel 1968, l’attore Renato Izzo, il noto doppiatore padre di Simona, Giuppy e della cantante lirica Fiamma, venne chiamato da RadioRAI per condurre la seconda serie di un programma musicale dal titolo Non sparate sul cantante. Per l’occasione si lavorò alla nuova sigla della trasmissione, un orecchiabile brano dal titolo Hai una faccia nera nera, rifinito e cantato da Lucio Dalla. Il brano non venne affatto considerato in Italia ma, quando la RCA Victor argentina ne chiese la versione spagnola, divenne Està la cosa negra, negra e fu un successone. Addirittura una volta Dalla, trovandosi in Argentina per una serie di spettacoli, andò a vedere una partita di calcio: i tifosi lo riconobbero e gli resero omaggio intonando in coro, appunto, Està la cosa negra, negra.
Lucio Dalla conduttore televisivo: Gli eroi di cartone
Nella primavera del 1970, il funzionario RAI Luciano Pinelli acquistò dagli Stati Uniti alcuni cortometraggi a cartoni animati dedicati agli allora amatissimi Peanuts di Charles Schulz e alla Pantera Rosa, uscita dai titoli di testa dell’omonimo film di Blake Edwards per diventare protagonista di comiche mute televisive. Per presentare a bambini e ragazzi d’Italia questi personaggi “alternativi” del fumetto nordamericano, venne scelto Lucio Dalla. Questi si rivelò assai brillante e spigliato come presentatore e, all’occorrenza, anche intervistatore, incontrando ad esempio l’attrice Claudia Cardinale, nel cast del film La Pantera Rosa, per analizzare assieme il personaggio disegnato da Friz Freleng e David DePatie. Il programma, che poi si trasformò in una storia dei disegni animati d’Oltreoceano, fu condotto da Dalla fino all’estate del 1971 (affiancato in alcune puntate dalla giovane presentatrice Federica Taddei), per poi proseguire per altre due stagioni, con altri animatori (l’attore Francesco Mulè e il disegnatore sudamericano Roberto “Buendia” Galve).
Il successo planetario di Caruso: ancora Donna Sophia (e in più Big Luciano Pavarotti)
La canzone di Lucio Dalla in assoluto più famosa nel mondo è indubbiamente Caruso (1986). A favorirne il lancio internazionale provvide un mediocre telefilm statunitense a puntate del 1988 tratto da un romanzo di Mario Puzo, Mamma Lucia (The Fortunate Pilgrim), in cui Sophia Loren interpretava il ruolo di un’italiana emigrata oltre Atlantico ai primi del ‘900. La versione dello splendido brano che Dalla compose a Napoli, nella stanza d’albergo in cui, nell’estate del 1921, il grande tenore Enrico Caruso aveva vissuto i suoi ultimi giorni, fu per l’occasione interpretata da Luciano Pavarotti e grazie all’amatissimo barbuto tenore modenese venne conosciuta ed apprezzata ovunque.