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Lucarelli vs Influencer: Polemiche sulla Didattica delle Parolacce ai Minori

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Selvaggia Lucarelli

La critica della Lucarelli è rivolta verso una mamma influencer che condivide su Instagram contenuti discutibili

Selvaggia Lucarelli, nota giornalista e figura assidua nel mondo dei social network, ha recentemente messo in evidenza un nuovo caso che riguarda il mondo dell’influenza digitale. Questa volta, la sua attenzione si è concentrata su una mamma influencer, attiva su Instagram, che condivide con i propri follower quotidiani video di vita famigliare nei quali appare insieme al marito e ai figli.

Educazione discutibile, secondo Selvaggia Lucarelli, quella della madre influencer

Il fulcro della polemica sollevata da Lucarelli è legato a specifici contenuti video in cui la madre insegna esplicitamente alla propria figlia il significato di alcune parolacce. L’aspetto peculiare di questa vicenda risiede nel modo in cui tali insegnamenti vengono proposti, ovvero attraverso un testo apparentemente studiato a tavolino e poi imparato a memoria dalla bambina, come sottolineato dalla stessa Lucarelli.

Una reazione netta

La reazione di Selvaggia Lucarelli non si è fatta attendere. Riprendendo uno dei video incriminati e condividendolo, la giornalista del Fatto Quotidiano ha espresso un giudizio severo su questo tipo di comportamento, sottolineando la necessità di un intervento ben più significativo rispetto a una semplice legge sui minori. “Comunque in alcuni casi non ci vuole la legge sui minori. Ci vogliono gli assistenti sociali”, ha dichiarato Lucarelli, evidenziando con preoccupazione come il materiale didattico offerto alla bambina sia costituito proprio dalle parolacce che la madre le insegna.

Etica e responsabilità nel mondo digitale

Questo caso sollevato da Selvaggia Lucarelli riporta al centro del dibattito un tema sempre più caldo: il ruolo ed il comportamento degli influencer che coinvolgono i propri figli minori nella creazione di contenuti online. Si pone, infatti, un interrogativo etico sulla responsabilità di genitori che, per rincorrere like e visibilità, espongono i loro bambini a situazioni discutibili, come l’apprendimento e la ripetizione di linguaggio inappropriato. La questione solleva dubbi non soltanto sulla legalità di tali azioni, ma soprattutto sulla loro morale, su quanto esse possano influenzare negativamente l’educazione e lo sviluppo comportamentale dei minori coinvolti.

In un’era in cui i confini tra vita privata e pubblica si fanno sempre più labili, soprattutto all’interno dell’ecosistema dei social media, episodi come questo sollecitano una riflessione profonda sulle implicazioni a lungo termine di una simile esposizione mediatica sui più giovani. La critica di Lucarelli, in questo senso, non rappresenta soltanto l’ennesima denuncia di un comportamento discutibile, ma un monito a tutti coloro che, dal mondo digitale, influenzano quotidianamente la vita di migliaia di persone, compresi i minori.

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