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Lucarelli-Ferragni come Travaglio-Berlusconi: i mulini a vento 2.0

Selvaggia avrà miglior sorte del collega?

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F. come B. e Selvaggia come Marco: la storia si ripete

C’era una volta Silvio Berlusconi, imprenditore, uomo di politica, uomo di potere. C’era una volta e c’era dovunque, dallo sport al Parlamento, dalla tv ai giornali, dalle ville ai tribunali. Influencer ante litteram e de facto, seguito, amato e idolatrato da molti, nonostante tutto. E nonostante tutto avversato, criticato e anche odiato da altrettanti.

Su tutti, a dedicare anima e corpo per evidenziarne inopportunità e contraddizioni, ci fu Marco Travaglio. Non sempre a piena ragione, ma sempre a pieno impegno dedito ad aprire occhi che non volevano vedere perché preferivano ciecamente sostenere B.

Il lupo perde i follow, ma non il vizio

L’incredibile sforzo dell’editorialista era sicuramente votato alla speranza di vivere un giorno in cui il mondo si svegliasse scandalizzato dalla commistione di vizi e cariche e potere, in cui lo sdegno portasse alla destituzione, se non politica, ma quantomeno morale di quel modello. Invece nulla. Berlusconi se ne è andato e nessuno sembra aver cambiato la propria idea su di lui.

Marco Travaglio come Don Chisciotte, penna in mano verso il mulino a vento. Per i tanti che hanno trovato appassionante tale battaglia, la ciclica storia forse sta proponendo un insperato remake. Naturalmente in versione social, ma con dinamiche tradizionalissime. C’è questa volta Chiara Ferragni, imprenditrice, donna di politica (non istituzionalizzata, ma pur sempre politica), donna di potere. C’è questa volta e c’è dovunque, dalla moda al trucco, dal marketing ai social, dalle ville ai jet privati. Su tutte, a dedicarsi per evidenziarne contraddizioni e inopportunità c’è Selvaggia Lucarelli. Avrà miglior sorte?

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