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Limite ai contanti 2022: cambia il tetto, la marcia indietro del Governo

La maggioranza si frammenta ancora per via di questa scelta

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Dietrofront sulla soglia limite per l’utilizzo del denaro contante

Con una un mossa dell’ultim’ora, nella notte fra mercoledì e giovedì della scorsa settimana, è stato approvato un emendamento all’interno del decreto Milleproroghe che ha posticipato di un anno l’introduzione del tetto fissato a mille euro per quanto attiene i pagamenti in contanti. Una decisione che fa e farà parlare, dato che tale modifica è stata presa con il parere contrario del Governo e del Presidente Mario Draghi.

Il tetto sull’utilizzo del contante: è scontro nella maggioranza

La scelta di posticipare il limite a mille euro per i pagamenti in contanti è stata presa dalle commissioni congiunte Bilancio e Affari costituzionali della Camera, eliminando di fatto il tetto che il Governo si auspicava di imporre per poter fronteggiare ancora meglio i fenomeni di evasione. Un paletto, a guardar bene, in vigore già dallo scorso primo gennaio, a suo tempo introdotto dalla legge di bilancio 2020 che aveva portato il limite da 3mila e 2mila euro a partire da luglio, e che sarebbe stato ulteriormente sforbiciato di mille euro a partire dal gennaio 2022. Salvo il recente annullamento arrivato per via dell’emendamento presentato da Fratelli d’Italia.

I pareri dei diversi leader politici sulla scelta

Una scelta politica che aumenta i malumori all’interno della maggioranza, presentata dal gruppo di Giorgia Meloni, all’opposizione, ma ben accolta dagli altri alleati di centro destra. L’emendamento, votato e sostenuto anche da Lega e Forza Italia, dovrà essere approvato da Camera e Senato per risultare effettivo, ma con tutta difficoltà sarà espunto, poiché il Governo ha fatto apporre la fiducia lunedì alla Camera, e un possibile voto contrario avrebbe fatto cadere il governo. Martedì il Milleproroghe passerà pertanto al vaglio del Senato.

E se Salvini si dichiara soddisfatto di questa modifica, che a sua detta ricalca il modello tedesco, di diverso e più critico parere sono il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico.

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