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“L’alta fantasia”: il nuovo libro di Pupi Avati racconta l’esilio di Dante
Da ieri in libreria il nuovo romanzo del regista, ambientato a trent’anni dalla morte di Dante
Sono passati settecento anni dalla morte del nostro poeta più importante, una fine che lo ha colto esiliato e misconosciuto. Ora un libro ci aiuta a ricostruire la seconda metà della sua vita. L’Alta Fantasia, il nuovo romanzo, di Pupi Avati, è uscito giovedì 11 novembre per Solferino. Il regista ormai è noto anche come romanziere, la sua ultima pubblicazione è dell’anno scorso, un thriller dal titolo L’Archivio del Diavolo. Qui Avati ci racconta una storia più intima, una storia medievale.
La trama de L’alta fantasia: il viaggio di due letterati
Nel 1351, a trent’anni dalla morte di Dante Alighieri, Giovanni Boccaccio riceve l’incarico di trovare la figlia del Sommo Poeta, ora monaca al convento delle clarisse di Santo Stefano degli Ulivi, e restituirle un risarcimento in denaro, a parziale consolazione per i dolori patiti dal padre durante l’esilio forzato. Lei ormai si chiama suor Beatrice e cerca di andare avanti, nonostante la perdita del genitore.
Tutto nel convento sembra procedere, ma l’albero di mele selvatiche detto “albero del Paradiso” non dà più frutti dal 1321. La storia si svolge su due piani temporali diversi: da una parte il viaggio di Boccaccio, dall’altra i flashback sulla vita di Dante, dopo essere stato cacciato da Firenze.
Vecchi personaggi sotto una nuova luce
Pupi Avati qui ci descrive un Dante che si discosta un po’ dall’immaginario collettivo, sicuramente non un adone, ma neanche brutto. Un uomo che ha sofferto molto, dovendo chiedere ospitalità in città che non erano la sua, ma in fondo un uomo che si è riscattato, grazie al suo genio poetico. C’è poi Beatrice, che ha un ruolo centrale nel romanzo, e non è una barbie perfetta, ma una donna vera.
Avati indaga anche il complicato rapporto fra Dante e Guido Cavalcanti, altro poeta del dolce stilnovo. L’amicizia fra i due arriverà a un punto di rottura. Anche la moglie, Gemma Donati, ha un ruolo non indifferente nella storia narrata: una vittima, perché i suoi figli hanno deciso di seguire il padre e abbandonare lei.
Dante e Pupi Avati, un amore più che ventennale
Il libro è il risultato di vent’anni di ricerche dantesche e di critica al sistema scolastico, che secondo Avati non ci fa apprezzare il Sommo Poeta come si dovrebbe. Mentre delle celebrazioni di quest’anno per i settecento anni dalla sua morte, nulla sarebbe arrivato alle orecchie e al cuore della gente comune. Da L’Alta Fantasia Pupi Avati ha già finito di girare un film, che uscirà nei primi mesi del 2022.