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La lotta di Sara a 5 anni: uniti per realizzare i suoi desideri

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Selvaggia Lucarelli punta il dito sulla raccolta fondi della piccola Sara: poche verifiche

Selvaggia Lucarelli dice la sua sulla raccolta fondi destinata a Sara: poca chiarezza. La storia di Sara Cantagalli, una bambina di 5 anni di Faenza affetta da un neuroblastoma al quarto stadio, ha toccato il cuore di molti, portando alla realizzazione di una raccolta fondi destinata a realizzare i desideri della piccola nelle sue ultime fasi di vita. In poco tempo, la generosità collettiva ha permesso di raccogliere oltre 100.000 euro, una somma considerevole che ha portato i genitori della bambina a decidere di interrompere temporaneamente la campagna di donazioni, visto il raggiungimento dell’obiettivo prefissato.

Le polemiche e la difesa

Tuttavia, il caso della piccola Sara ha anche alimentato alcune polemiche, sollevate in particolare da Selvaggia Lucarelli, figura nota per il suo impegno nel monitorare la trasparenza delle iniziative di raccolta fondi. Le accuse mosse riguardano soprattutto la mancata chiarezza in merito all’utilizzo dei fondi già raccolti in passato per la famiglia Cantagalli e la copertura delle cure mediche da parte del sistema sanitario nazionale. Lucarelli ha sollevato dubbi sulla gestione delle donazioni, mettendo in discussione anche la necessità delle somme richieste alla luce dei sussidi e dei supporti di cui la famiglia avrebbe potuto usufruire.

La famiglia di Sara, attraverso le parole del padre Mattia Cantagalli, ha replicato alle accuse, specificando l’effettiva destinazione dei fondi raccolti e gli oneri economici sostenuti per assicurare alla piccola le cure e il sostentamento necessari. Il padre ha chiarito che molte spese mediche e per il mantenimento della famiglia non sono coperte dal sistema sanitario o da sussidi, dettagliando gli ingenti costi affrontati per cure specifiche e per le necessità quotidiane.

Tra solidarietà e trasparenza

L’appello della famiglia Cantagalli è per una maggior comprensione delle difficoltà incontrate nella gestione della malattia della piccola e nel sostentamento familiare, in un contesto dove le cure palliative diventano un impegno costante e oneroso. Hanno inoltre ribadito l’intenzione di devolvere eventuali fondi residui ad altre famiglie in situazioni analoghe o ad associazioni che supportano la lotta contro i tumori pediatrici, dimostrando trasparenza e dedizione non solo per la causa della propria figlia ma anche per quella di altri bambini in difficoltà.

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