G-8X9FB2YCC0

Cinema e Teatro

La Carmen di Bizet: il capolavoro immortale dell’Opera di Parigi

Storia di un’opera che continua ad affascinare milioni di persone in tutto il mondo

Pubblicato

su

Genealogia di un capolavoro: la nascita della Carmen di Bizet

Il parigino Alexandre César Léopold Bizet, detto più semplicemente Georges, era un musicista ottocentesco in grado di spaziare dal repertorio sinfonico a quello delle partiture “di scena”, fino ad arrivare al melodramma, o meglio, come si diceva allora in Francia, alla Grand Opéra. A questo proposito, bisogna dire che non vi erano troppe differenze con l’opera italiana, ma i francesi puntavano su una maggiore ricchezza dal punto di vista dello spettacolo, esigendo sia brevi dialoghi parlati, sia momenti coreografici da inserire nelle scene di maggior spicco.

Morale e musica: così Carmen fu salvata

Carmen era un lavoro di rottura che Bizet, assieme ai librettisti Henry Melhac e Ludovic Halevy, aveva tratto da una novella di Prosper Mérimée uscita una trentina d’anni prima, assai forte anche sotto il profilo della vicenda. Era la storia di una zingara spagnola egoista e pure volubile, oltre ad essere di dubbia moralità. L’intento del musicista e dei suoi librettisti fu quello di edulcorare un po’ questo personaggio perché venisse accettato maggiormente dal pubblico prevalentemente perbenista che di solito affollava i teatri parigini per ascoltare i vari lavori melodrammatici. Bisogna dire che lo sforzo fu notevole, pur lasciando comunque addosso alla protagonista la sua patina più naturale di donna sensuale, di seduttrice spesso sfacciatamente egoista. 

La “prima” all’Opera Comique del 3 marzo 1875

La prima rappresentazione di Carmen andò in scena nel meno ampio teatro dell’ Opéra Comique della capitale francese il 3 marzo 1875 e fu accolta dal pubblico senza un applauso che fosse uno, né un urlo di disapprovazione che fosse uno. Non fu indifferenza, bensì un silenzio di sorpresa da parte degli spettatori, i quali rimasero spiazzati soprattutto dalla trama. Già, perché le musiche erano comunque pregevolissime ed erano destinate alla meritata popolarità universale, ma ci volle del tempo per il grande successo, un trionfo del quale Bizet personalmente non poté godere in quanto improvvisamente venne a mancare solo tre mesi dopo quell’infelice prima

La trama della Carmen di Bizet

La vicenda è ben nota: a Siviglia, Don Josè, soldato dei Dragoni, è legato sentimentalmente alla dolce Micaela, ma viene inaspettatamente catturato dalla sensualità e dagli ammiccamenti della zingara Carmen, che di giorno lavora presso la manifattura di sigari sita poco lontano dalla caserma e la sera balla e canta presso una taverna sita nei bastioni della città andalusa, ove si ritrova con gli amici contrabbandieri, conquistando anche il torero Escamillo. Una sera Don Josè, innamorato di lei, viene a trovarla, ma non appena sente in lontananza la tromba che annuncia il contro-appello notturno dei soldati in caserma, decide di mollare tutto e rientrare. Carmen prende la cosa come un gesto disonorevole e tanto dice e tanto fa, che il Dragone per amore molla la divisa e segue la sigaraia e i suoi amici contrabbandieri. Lì però le cose cambiano: Carmen legge il proprio destino nelle carte e comprende che presto morirà, ma intanto il suo sentimento per Josè si affievolisce ed emerge quello per Escamillo. Micaela scopre il nascondiglio dei contrabbandieri e invita l’uomo da lei amato a ritornare a casa perché la madre sta morendo: Josè, dopo un breve duello con Escamillo, segue la dolce fanciulla e maledice Carmen, zingara malfattrice, che poi incontrerà il giorno della grande corrida, il cui matador è Escamillo, davanti all’arena di Siviglia e la ucciderà, immediatamente costituendosi nel rivolgere un ultimo pensiero a quella donna da lui amata. Un femminicidio in piena regola, dunque, per chiudere la vicenda. 

Dall’Habanera alla Seguidilla: le arie immortali della Carmen

Infine ricordiamo i brani musicali più famosi: l’introduzione dell’orchestra che espone la famosa Marcia del Toreador; il coretto dei monelli che imitano il cambio della guardia davanti alla caserma; la popolarissima Habanera in cui Carmen canta “L’amore è un uccello ribelle”; la Seguidilla, sempre interpretata dalla protagonista quando invita Josè a venire a trovarla nella taverna; la Canzone del Toreador, intonata da Escamillo; la struggente Aria del Fiore, nel momento in cui Josè mostra a Carmen il fiore di acacia da lei lanciato verso di lui in occasione del loro primo incontro e che egli ha conservato, sia pur ormai appassito. Di questi e altri brani Bizet fece a tempo a creare una suite solo per orchestra, senza voci, mentre più tardi il violinista e compositore spagnolo Pablo De Sarasate scrisse una Fantasia su temi per lo stesso violino e il complesso sinfonico, un vero pezzo di bravura, come si suol dire.

Exit mobile version