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Intervista ad Himorta, la regina del cosplay: ecco i segreti del suo successo

Chi meglio di lei può spiegare il mondo del cosplay?

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Si chiama Antonella Arpa (vero nome di Himorta) la cosplayer italiana più famosa al mondo che ha fatto del travestimento un’arte

Il suo nome è Himorta ed è (per chi ancora non lo sapesse) una delle più importanti cosplayer italiane ed internazionali, vantando 1 milione di follower su Instagram che la rendono la più seguita d’Europa. Capelli rossi, sorriso smagliante e abiti realizzati con meticolosità, in modo da impersonare i personaggi più iconici dell’universo nerd, la rendono una vera e propria star del settore.

Ma chi è davvero Himorta? Dietro i panni plurimi che indossa, c’è Antonella Arpa, classe 1990, che grazie alle sue passioni è diventata anche autrice di un fumetto, La carta del fuoco, ed è giunta addirittura a lavorare in televisione con Paolo Bonolis ad Avanti un altro, in cui riveste il ruolo de La Signorina Manga. Noi de lawebstar.it abbiamo avuto il piacere di scambiarci quattro chiacchiere, scoprendo tante curiosità su di lei e il suo fantastico lavoro.

Cosa vuol dire essere una cosplayer? Ce lo spiega Himorta

Himorta, sei tra le cosplayer più amate d’Europa, quindi chi meglio di te può spiegarci cosa vuol dire essere una cosplayer professionista?

Sicuramente un cosplayer professionista, rispetto a quello amatoriale, ha poco tempo per soffermarsi in maniera maniacale sui dettagli, avendo una mole enorme di cosplay da creare. Viviamo in un momento molto florido per i cinecomics ed i videogiochi, escono tantissimi nuovi personaggi ogni giorno: i cosplayer professionisti devono stare al passo con il continuo senso di novità. A volte mi è capitato che delle aziende mi chiedessero di realizzare un cosplay in soli 3 giorni. Quindi direi che possiamo definire il cosplayer professionista un giusto connubio tra qualità e celerità.

Come scegli i personaggi da interpretare?

Sono una romanticona, mi piace scegliere i personaggi in base all’ affetto che nutro per i character o per l’opera in sé. Certo, chiaramente non escludo una somiglianza fisica minima per il personaggio in questione.

Quanto conta la preparazione fisica nel tuo lavoro?

Non è assolutamente essenziale. Mi piace mantenermi in forma ed allenarmi per stare bene con me stessa, non per essere una brava cosplayer. Sono dell’idea che chiunque e con qualsiasi fisico possa fare qualsiasi cosplay. A volte un cosplayer viene giudicato per essere troppo magro o troppo grasso rispetto al personaggio che interpreta. Penso sia profondamente sbagliato: il cosplay è fondamentalmente divertimento. Se ci divertiamo, qual è il problema se abbiamo qualche chiletto in più o in meno?

Cosplay: gli errori da non commettere

Qual è l’errore da non commettere nella creazione di un cosplay?

A livello puramente estetico, penso che i colori siano molto importanti. Sbagliare, ad esempio, il colore di una parrucca, penso sia più “grave” che sbagliarne il taglio, ad esempio. A livello puramente amatoriale, credo che l’errore di un colore sia più immediato rispetto ad un errore stilistico.

Da cosa non riusciresti mai a travestirti?

Probabilmente sarei capace di travestirmi da qualsiasi cosa! Nella mia carriera, ho cominciato facendo il cosplay di Togepi, che è un piccolo pokemon a forma di uovo. Se sono riuscita a fare lui, potrei fare chiunque!

Ti vedresti come conduttrice di uno show in tv, magari dedicato proprio al mondo cosplay?

Mi piace moltissimo il mondo della conduzione e, nell’ultimo anno, lo sto sperimentando tantissimo, soprattutto in ambito videoludico. Ho di recente presentato la eSerie A Tim alla Milan Games Week. È un mondo che mi affascina tantissimo e lo vedo come la giusta prosecuzione per una cosplayer, dopo tanti anni trascorsi tra fumetti e videogiochi. Quindi assolutamente si, mi piacerebbe moltissimo!

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