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TV e SPETTACOLO

Il pubblico del Festival di Sanremo nel tempo: anni ’70, distacco, pregiudizio e timido rilancio

Gli anni della contestazione giovanile, delle rivolte studentesche ed operaie, dell’impegno politico-sociale generale, del terrorismo sono anche i più bui di sempre della storia del Festival della Canzone Italiana, che comunque cerca di andare avanti come e quanto può

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Gli anni ’70: il pubblico del Festival di Sanremo

Gli anni della contestazione giovanile, delle rivolte studentesche ed operaie, dell’impegno politico-sociale generale, del terrorismo sono anche i più bui di sempre della storia del Festival della Canzone Italiana, che comunque cerca di andare avanti come e quanto può.

La svolta del 1973: solo la serata finale in diretta televisiva

Ancora nel periodo 1970-1972, la gara canora più attesa ha ancora un certo pubblico e, bene o male, l’interesse è quasi pari a quello degli anni precedenti. Tuttavia i giovani più “politicizzati” ritengono il Festival di Sanremo una manifestazione superata, stereotipata, conservatrice e soprattutto futile. Di questo sembra tenere in particolare conto Vittore Branca, illustre docente universitario di Letteratura Italiana e addetto alle politiche culturali della RAI, il quale decide che, a partire dal 1973, solo la finale del concorso canoro venga irradiata per televisione. Le conseguenze si vedono ben presto, con un crollo vertiginoso dell’interesse generale.

1974-1976: gli anni dell’ “eclissi totale”

Nei 2 o 3 anni che seguono, il Festival di Sanremo c’è, ma sembra proprio che gli italiani non se ne vogliano accorgere. Nel 1975, anzi, con il boicottaggio da parte delle grandi case discografiche, si vendono in totale a malapena 30000 copie dei 45 giri dei motivi in gara, benchè qualcuno di essi sia di qualità piuttosto decente. Nel 1976, l’organizzatore Vittorio Salvetti, per attirare più pubblico, fa installare schermi a colori nelle discoteche, nelle Gallerie di Milano e Napoli e altrove, ma i risultati, pur migliori rispetto al biennio precedente, non sono ancora confortanti.

1977-1979: con le radio private e i piccoli acquirenti di dischi arriva la “ripresina”

Il Festival di Sanremo non deve essere considerato come “lo scheletro nell’armadio” e per questo si tenta il tutto per tutto per restituirgli l’interesse di un tempo: dalla gara con un numero ridottissimo di concorrenti (1977 e 1978) a una collocazione fissata in coda alle feste natalizie (1979). Non è un fallimento totale per merito di due fattori: l’aiuto delle radio locali meno politicizzate, che trasmettono costantemente i dischi dei brani in gara, e l’intervento dei bambini dai 9 ai 12 anni, che quasi monopolizzano il mercato dei vinili festivalieri a 45 giri.

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