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Attualità

Il discorso di Liliana Segre: le parole della senatrice a vita

Le parole della senatrice a vita in Parlamento

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Il discorso integrale di Liliana Segre

Liliana Segre ha presieduto il Senato pronunciando un discorso lungo, difficile ed a tratti commovente. La senatrice a vita che ha vissuto sulla propria pelle gli orrori dei campi di concentramento, ha citato Papa Francesco, salutato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ed ovviamente ha annunciato Ignazio La Russa (storico volto di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni) nel nuovo ruolo di presidente del Senato. Questione di attualità, quest’ultima, particolarmente criticata in queste ore, soprattutto sui social, nel momento in cui si è aggiunta pure l’elezione di Lorenzo Fontana a presidente della Camera.

“Una bambina costretta a lasciare vuoto il suo banco della scuola elementare”

Liliana Segre ha parlato per più di 20 minuti, ribadendo più volte la necessità di “attuare la Costituzione“. “Oggi sono particolarmente emozionata di fronte al ruolo che in questa giornata la sorte mi riserva. In questo mese di ottobre nel quale cade il centenario della marcia su Roma che dette inizio alla dittatura fascista tocca proprio a me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che è il Senato della Repubblica“, ha esordito Liliana.

Per continuare: “Ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre ed è impossibile per me non provare una specie di vertigine ricordando quella stessa bambina che in un giorno come questo nel 1938 sconsolata e smarrita fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco della scuola elementare. E che quella stessa oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato“.

Liliana Segre: il riferimento alle elezioni dello scorso 25 settembre

Ha quindi proseguito la Segre: “Le elezioni del 25 settembre hanno visto come giusto che sia una vivace competizione tra forze che hanno presentate programmi alternativi e visioni contrapposte. Il popolo ha deciso, è l’essenza della democrazia. La maggioranza ha il diritto dovere di governare, le minoranze di fare opposizione“.

Per concludere: “Comune a tutti l’imperativo di preservare la Repubblica e le sue istituzioni, che sono di tutti, non sono proprietà di nessuno. Le grandi democrazie mature dimostrano di essere tali se, al di sopra delle espressioni partitiche. Sanno ritrovarsi unite in un nucleo essenziale di valori condivisi, istituzioni rispettati, emblemi riconosciuti“.

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