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Idi di Marzo: che cosa sono e perché si chiamano così?
Un evento storico che è ancora parte del linguaggio comune odierno
Idi di Marzo: il giorno della congiura contro Giulio Cesare
Con l’espressione “Idi di Marzo” si intende la metà del terzo mese dell’anno, quindi sta ad indicare il 15 marzo. Nella storia, c’è un 15 marzo che è ricordato più intensamente degli altri, a causa delle conseguenze che questo evento ha avuto, avendo cambiato il corso della storia. Il 15 marzo del 44 a.C., infatti, è stato compiuto l’omicidio di Giulio Cesare, accoltellato 23 volte, in quella che era una vera e propria congiura contro di lui.
15 marzo 44 a.C., giorno del cesaricidio
La parola latina “idi” indica la metà di ogni mese, il giorno che si trova a metà tra il suo inizio e la sua fine. Nel mondo latino, le idi (insieme alle Calende – primo giorno del mese – e alle None – il 5 di ogni mese, salvo i mesi di marzo, maggio, luglio, ottobre, in cui cadono il 7) erano considerati giorni di festa. È stato proprio questo il giorno prescelto da Gaio Cassio, Marco e Decimo Bruto per mettere a segno il cesaricidio a lungo meditato. Gli assassini godevano dell’appoggio di circa 20 senatori romani. A spingere questo gesto violento è stata la paura che Giulio Cesare potesse proclamarsi re di Roma, violando quindi i valori della Repubblica.
“Guardati dalle idi di Marzo”: un’espressione che non indica niente di buono
Le idi di Marzo sono un evento storico che hanno sempre suscitato l’interesse e la curiosità di storici, studiosi ed anche di artisti. Espressione che è di uso comune, “Guardati dalle idi di Marzo“ deriva dall’opera di William Shakespeare che prende proprio il nome della vittima: Giulio Cesare. Ancora oggi, questo modo di dire viene utilizzato per intendere un presagio nefasto, di cui si prevedono e si temono le conseguenze negative.