MUSICA
I The Leaf ci raccontano il segreto per uscire dal Loop: il gruppo presenta l’EP d’esordio
Oggi 15 ottobre esce Loop, EP d’esordio del gruppo The Leaf, formato da 4 ragazzi che hanno un obiettivo ben preciso, scardinare ogni tipo di schema musicale e non solo. Anticipazione di un album in arrivo prossimamente, dal titolo Duplicity Beings, i quattro brani che compongono Loop sono un invito a rompere le catene con ciò che rende monotona e arida la quotidianità. A raccontarci il processo creativo che ha trovato completamento con questo EP è Alessio Manni, voce e chitarra della band.
I The Leaf presentano Loop: l’EP d’esordio che anticipa un album in arrivo
Alessio, oggi è un giorno importante per i The Leaf, esce il vostro primo EP dal titolo Loop. Innanzitutto presentaci il vostro gruppo e raccontaci come vi siete formati.
I The Leaf sono formati da me, Alessio Manni, voce e chitarra, da Gloria Galeno, voce, Luca Margherito, il nostro batterista e da Riccardo Terrasi, al basso. Io e Luca siamo amici di infanzia, mentre con Riccardo ci siamo conosciuti successivamente al trasferimento da Lecce a Milano. Abbiamo legato subito perché ci siamo trovati subito dal punto di vista musicale, avevamo le stesse intenzioni ed è stato molto bello. Gloria è la new entry. Ho veramente lavorato una vita per trovare le persone giuste e finalmente le ho trovate.
Ricondurre il vostro stile ad un unico genere è quasi impossibile, da che percorsi musicali provenite?
Diciamo che veniamo tutti da mondi legati al rock, ma differenti tra loro. Io ho un retaggio più legato all’indie e al rock alternativo inglese, sono “figlio dei Led Zeppelin”. La cosa che ha dato l’identità più forte alla band è stata l’ingresso di Gloria, perché lei viene dall’R&B, da un contesto completamente diverso dal mio, ma far convergere tutte queste esperienze è stato incredibilmente naturale, perché abbiamo capito sin dalla prima prova insieme che le nostri voci riuscivano a intrecciarsi in maniera ideale.
Come uscire dal loop con i The Leaf
Il titolo del vostro EP può trarre in inganno, poiché la parola loop fa pensare a qualcosa di monotono e ripetitivo, mentre le vostre canzoni sono un viaggio molto movimentato.
Esattamente, vogliamo costringere l’ascoltatore ad uscire da un loop, non a entrarci. Il titolo è provocatorio. Le singole canzoni cambiano continuamente, cambiano nel tempo, nelle dinamiche, negli accordi. Vogliamo far uscire l’ascoltatore da tutto ciò che può rappresentare una tortura, perché tante volte nella vita ci si ritrova a vivere condizioni obbligate, dalle quali non è facile uscire.
Questo concetto di molteciplità e variazione si ritrova anche nel titolo dell’album in lavorazione: Duplicity Beings.
Non è un concetto legato al bipolarismo, chiariamo, ma ad uno stato morale. Riguarda molto il mio intimo, uno sguardo introspettivo. Quasi tutte le cose nella vita possono essere sotto alcuni punti di vista giuste e altri sbagliate e mi sono ritrovato spesso nella vita in questa condizione. È successo a livello lavorativo, ma anche a livello affettivo, nei rapporti con fidanzate e amici. Il futuro album parlerà di amore, di amicizie, è tutto legato al voler dimostrare che non bisogna necessariamente seguire i binari di un genere per fare musica, ma si può essere anche “nudi”, far vedere ciò che davvero c’è dentro di noi senza porsi limiti.
Loop: un viaggio tra mille universi in 4 brani da ascoltare a ripetizione
Uno dei 4 brani dell’EP si intitola S.O.O.L., cosa significa questo acronimo?
Il titolo originale è Sense Of Our Lives. Ha un testo molto particolare in cui i 5 sensi vengono rapportati nella prima strofa a lavori molto umili che non sono sempre ben visti dalla società, mentre nella seconda ai 7 vizi capitali.
Come nasce il vostro processo creativo?
Nasce dai viaggi, io viaggio molto e mi capita spesso di rimanere solo per lavoro. Mi piace tanto passare del tempo da solo e pensare. Parto da questi pensieri, che si traducono in testi, sono loro a definire poi il genere e l’arrangiamento della canzone.
Cosa ti aspetti da questo EP di esordio?
Credo che le cose verranno col tempo, perché secondo me il modo giusto per fare musica è farlo con passione. Noi ci focalizziamo su questo e credo che il pubblico lo noti. Ci si accorge di quando si lavora con passione. Tutto verrà di conseguenza.
The Leaf: un nuovo modo di fare musica, fuori dagli schemi e oltre i generi
Quali sono i pregi e i difetti dei componenti dei The Leaf?
Parto da me: credo di avere il pregio di avere le intenzioni chiare a livello musicale, della direzione in cui voglio andare, mentre a volte vivo qualche momento di insicurezza. Gloria è tecnicamente incredibile, a livello vocale è perfetta. Anche se a volte crede di non riuscire a fare alcune cose, poi ci riesce sempre. Riccardo è la persona che carica il gruppo e ci calma quando è necessario. È la bilancia del gruppo, il meno puntiglioso. Luca infine è un batterista tecnicamente eccezionale, a volte in questa perfezione ci si perde, cerca di alzare sempre l’asticella, è attento al dettaglio, quasi maniacale.
Perché consigli di ascoltare Loop?
Direi di ascoltare Loop perché vogliamo mostrare un altro modo di fare musica rispetto a quello attuale.