Libri
I libri più strani al mondo: quelli invisibili o da indossare, le letture meno convenzionali
Lib(e)ri dai confini: quali sono i libri più strani e bizzarri mai scritti o creati nella storia
Titoli così non li avete mai letti
Quali sono i libri più strani del mondo? Una domanda che prima o poi qualunque lettore più o meno appassionato si sarà posto. Leggere, valicare i confini sino ad abbattere il più basilare concetto di libro stesso: libri invisibili, libri che rendono l’acqua potabile e libri che alberi erano ed alberi torneranno ad essere. Non è questione di immaginazione ma di pochi singolari esemplari figli dell’ingegno di chi, a propria discrezione, ha voluto dare vita al significante o al significato o semplicemente stupire i lettori. Dall’Invisible, il libro invisibile che lascia a lungo riflettere sulle condizioni esistenziali dei senzatetto al The Drinkable Book,, propriamente un libro che “aiuta a bere”: questo sarà un vero e proprio viaggio tra le stranezze letterarie ringraziando per il supporto Edward Brooke-Hitching, l’autore di The Madman’s Library: The Greatest Curiosities of Literature, la “bibbia” dell’assurdo da cui abbiamo estrapolato alcuni dei più eccentrici libri mai esistiti.
I libri più strani al mondo: dai libri che si indossano ai libri che non esistono
Chiunque, e non solo tra i nativi digitali, avrà pensato anche solo per qualche secondo a quanto sarebbe stato utile se, scrivendo la tesi di laurea, fosse stato possibile recuperare nell’immediatezza la pagina di quella citazione persa in mille post-it stropicciati con un semplice control+F. Il concetto è più o meno questo: Manolis Kelaidis del Royal College of Art di Londra avrà pensato forse lo stesso quando ha dato vita all’avveniristico Blink, nient’altro che book+link.
Alcune parti del testo all’interno sono stampate con un particolare inchiostro conduttivo che funziona da vero e proprio “collegamento” tanto che toccando una parola (attraverso un intricatissimo circuito sotterraneo che gli uomini di calcoli saprebbero spiegare) si attiverà un comando che via Bluetooth comunicherà al vicino computer cosa cercare. Una visionaria idea che ha molto in comune con The Girl Who Was Plugged di Felix Heibeck, Alexis Hope e Julie Legault. Chiamarlo libro pensiamo sia propriamente inadatto per quest’opera che permette di indossare le emozioni del protagonista della storia: si tratta del primo libro sensoriale al mondo che funziona grazie ad un set di LED programmabili che, nei momenti opportuni, permettono di sentire caldo, freddo, vibrazioni e quant’altro attraverso ad un wearable, un dispositivo indossabile, non dissimile dagli smartwatch.
Esiste e non esiste al tempo stesso un libro, Invisible, che costringe ad andare alla ricerca delle stesse condizioni ambientali e climatiche in cui è stato scritto. Sarebbe deleterio se, senza conoscere il trucco venisse erroneamente scambiato per un diario di pagine bianche: il testo c’è, bisogna solamente lasciare che la speciale vernice con cui è stato scritto, sensibile alla temperatura esterna, appaia quando il termometro segnerà gradi sotto allo zero. Ingegno ma anche un forte significato simbolico che richiama le condizioni esistenziali dei senzatetto, tra gli autori degli scritti al suo interno.
I libri più strani che diventano alberi o si sfogliano ad aria pressurizzata
Diventa ciò che sei, scriveva Nietzsche in Ecce homo. Della serie “la cultura è una passione che va coltivata”, bisogna doverosamente citare a riguardo Mi papà estuvo en la selva – che tradotto è Mio papà è stato nel bosco – della casa editrice argentina Pequeno Editor. Qui a farla da padrona non è il contenuto bizzarro e non di certo il titolo essendo destinato a giovanissimi lettori verso “il primo libro che ho letto”. Quel che c’è di peculiare è il libro stesso destinato ad essere eterno a patto che qualcuno si prenda la briga non di custodirlo in libreria ma di annaffiarlo: il libro, all’insegna dell’ecologia, è interamente realizzato a mano, si compone di solo materiale biodegradabile destinato a sparire una volta sotterrato (inchiostro annesso) con all’interno semi di Jacaranda. Da qui il destino: dall’albero che per antonomasia si fa libro al libro stesso che ritorna albero. E sempre per la categoria “eco”: The Drinkable Book, un titolo, un falso amico. Non si tratta di un libro pensato per essere bevuto ma che serve da assistente, un vero aiuto per bere acqua: stampato su carta da filtro, il libro pensato dall’organizzazione WATERisLIFE, è capace di uccidere i batteri (per 4 anni) presenti nell’acqua rendendola potabile specie nei Paesi del mondo in cui l’acqua è un bene non alla portata di tutti.
Passando poi dall’ecologia all’elettricità si cita nel discorrere sui libri meno convenzionali che non sembrano o che non sembreranno in futuro dei libri, L’Enciclopedia Meccanica del 1949. Anche comunemente conosciuto come il vero precursore dell’ebook, si tratta di un libro di “meccanica, elettrica ed aria a pressione” a cui copertina di certo non inganna sul contenuto. L’autrice, Angela Ruiz Robles, ha pensato a tutto tanto da far sì che il libro possa essere consultato solamente utilizzando aria pressurizzata. Vana ogni ricerca su Amazon: l’unica possibilità di vederlo (perché leggerlo potrebbe essere impossibile) è recarsi al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia in Spagna, a La Coruna.